Quando la fiaba diventa realtà
La meccanica quantistica è la teoria fisica che studia e descrive il comportamento dei sistemi di dimensioni atomiche o subatomiche (gli elettroni, i neutroni, i nuclei, le ‘particelle’…) per i quali non valgono le leggi della meccanica classica (per es. la forza centrifuga e quella di gravità) e dell’elettromagnetismo (interazioni tra fenomeni elettrici e magnetici).
Si sono occupati di meccanica quantistica Einstein e altri fisici meno famosi al grande pubblico. I risultati di tante ricerche, esperimenti, analisi, misurazioni, discussioni teoriche, si concretizzano, almeno per noi non addetti ai lavori, nelle applicazioni tecnologiche, che sono oggi rappresentate da gran parte delle apparecchiature elettroniche più diffuse, come i computer e derivati, i laser usati spesso al posto dei vecchi bisturi, le macchine per le indagini cliniche (risonanza magnetica ecc.), gli apparati per ‘scannerizzare’ geologicamente un territorio, e così via.
«Ho visto spesso un gatto senza ghigno, ma un ghigno senza gatto… è la cosa più curiosa che abbia visto in vita mia» esclamava esterrefatta Alice durante il suo viaggio nel Paese delle Meraviglie, riferendosi al felino del Cheshire che scompariva fisicamente, gradualmente, e del quale alla fine restava solo il ghigno. Ecco un fenomeno appropriato per la meccanica quantistica: la massa di un corpo (quello del gatto) viene separata dalle sue proprietà (il ghigno). Ma quella è una fiaba, si dirà. Be’, non più: ora forse è anche una realtà.
Per riuscire nell’impresa di scindere qualcosa dalle sue proprietà, teorizzata in passato, alcuni ricercatori hanno recentemente utilizzato una procedura particolare, che prevede l’invio di un fascio di neutroni in un interferometro e la misurazione delle loro posizioni e ‘momento magnetico’ (è una proprietà intrinseca delle particelle). Al termine dell’esperimento, perfettamente riuscito (e i fisici mi scuseranno per l’estrema semplificazione), hanno ‘visto’ che i neutroni si comportavano come se fossero passati nell’interferometro lungo un certo tragitto mentre il loro ‘momento magnetico’ seguiva un percorso diverso; salvo poi ricongiungersi alla fine. Esattamente come accadeva al gatto di Alice.
È una cosa difficile da immaginare, perché siamo abituati a oggetti sempre uniti alle loro proprietà: di una persona che cammina o di una palla che rotola vediamo il movimento o il vorticare perché ne vediamo il corpo fisico. Oggi, invece, sappiamo che le due cose possono andare separatamente. Quindi, d’ora in avanti, attenti a dire che lo Stregatto esiste solo nelle fiabe!
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