Proposta di Legge Regionale per la Rigenerazione Urbana e per il Recupero Edilizio
Legambiente “Intervento della Regione che spinga la Rigenerazione Urbana ed Edilizia è positivo, ma è fondamentale che sia finalizzato alla semplificazione degli interventi, alla messa in sicurezza degli edifici, all’efficientamento energetico del patrimonio edilizio, e di contrasto al consumo di suolo”
Nel Lazio ci sono 810.000 edifici residenziali e 950.000 totali, di questi, 65mila, in aree a elevato rischio idrogeologico. Il 10% dei suoli è consumato, 208 i km di costa invasi dal cemento. Solo a Roma 2 terzi degli edifici hanno più di 60 anni.
Questa mattina si è svolto l’appuntamento pubblico “LA PROPOSTA DI LEGGE REGIONALE PER LA RIGENERAZIONE URBANA e le idee di LEGAMBIENTE per migliorarla”, in collaborazione e presso la sede della Facoltà di Ingegneria Civile e industriale dell’Università “La Sapienza” di Roma. Il Lazio ha bisogno di puntare con forza sulla riqualificazione del patrimonio edilizio e sulla rigenerazione delle sue città, quartieri e borghi; secondo i dati di Legambiente, nel Lazio ci sono 810.000 edifici residenziali e 950.000 totali, di questi, 65.000 sono stati costruiti in aree a elevato rischio idrogeologico. Complessivamente nella regione il 10% dei suoli è consumato, e sulla costa 208 km sono invasi dal cemento sui 360km complessivi. Nella sola Roma, ben 2 terzi degli edifici hanno più di 60 anni di età, e nella capitale sono 130 i milioni di metri cubi condonati. Per tutte queste ragioni Legambiente valuta positivamente l’apertura di una discussione in Consiglio regionale sulla proposta di Legge in materia di rigenerazione urbana e recupero edilizio.
“Un intervento in questo campo è, a nostro avviso, non solo giusto ma anche urgente per alcuni fondamentali motivi – dichiara Edoardo Zanchini vicepresidente nazionale di Legambiente – In primo luogo per offrire una prospettiva al settore delle costruzioni, di uscita da una crisi che ha visto la chiusura di centinaia di imprese e la perdita di decine di migliaia di posti di lavoro, è nella riqualificazione energetica e statica del patrimonio edilizio, la sfida per rilanciare l’edilizia nel Lazio e in Italia, chiudendo per sempre con il consumo di suolo e con un abusivismo illegale che ha recato danni rilevanti al paesaggio laziale. Il secondo motivo sta nella necessità di semplificare gli interventi che puntano a riqualificare il patrimonio edilizio esistente, poiché oggi, realizzare interventi nell’interesse generale, è troppo spesso più complesso e costoso di un intervento di nuova costruzione. Il terzo motivo lo vediamo nella possibilità di innalzare la qualità ambientale degli interventi per avere edifici sicuri. Il terremoto che ha coinvolto anche il Lazio ricorda l’urgenza di un intervento che permetta alle famiglie di essere sicure nella casa in cui vivono, la Legge deve servire per far compiere finalmente al Lazio un passo in avanti rispetto a questi temi, dall’efficienza energetica edilizia, all’efficacia degli attestati energetici come prevedono Direttive europee e Leggi nazionali. Per ultimo crediamo che definire un quadro di regole certe per la rigenerazione dei sistemi urbani, sia il primo passo per dare avvio a un’azione di policy in grado di declinare le tre dimensioni della sostenibilità, mobilitando risorse pubbliche e private, anche provenienti dalle politiche di coesione dell’UE”.
Secondo Legambiente, la discussione che si apre in Consiglio regionale, sta ora nella possibilità che davvero questi obiettivi siano al centro della nuova Legge e che non prendano invece il sopravvento gli appetiti di quei mondi che vedono in questo testo solo la possibilità di aggirare piani regolatori e vincoli di Legge. Esempio è l’articolo 7bis del disegno di Legge che riguarda il demanio marittimo e gli interventi di riordino funzionale degli edifici li ricadenti. Per l’associazione del cigno verde, è un tema del tutto estraneo al provvedimento in discussione ed è sbagliato affrontarlo nel momento in cui si sta rivedendo la normativa sulle concessioni balneari a seguito delle direttive europee.
“Gli emendamenti che presentiamo al testo vanno nella direzione di premiare una riqualificazione – commenta Roberto Scacchi presidente di Legambiente Lazio– , che davvero punti a rigenerare le aree urbane e a migliorare le prestazioni energetiche e antisismiche degli edifici, che incentivi i concorsi di architettura, che si integri nel contesto urbano evitando speculazioni. Se è da lodare che il testo metta in capo ai Comuni l’indirizzo per le aree e gli interventi di riqualificazione, diversi i passaggi che vanno migliorati, per renderli più efficaci e premiare gli interventi di qualità, ed altre parti della Legge vanno invece modificate o cancellate. In particolare bisogna rendere più chiaro il percorso di attuazione e gli obiettivi per i due campi di intervento fondamentali: quelli che passano per una regia del Comune (come prevedono gli articoli 2 e 3) e invece quelli in attuazione diretta (previsti all’articolo 5 e 7)”.
E’ importante per Legambiente sottolineare come questa Legge, se approvata, rappresenterà il riferimento per gli interventi di riqualificazione del patrimonio edilizio e proprio per questa ragione l’associazione propone di fissare chiari obiettivi antisismici e energetici da conseguire negli interventi, da legare agli aumenti di cubatura previsti dal testo.
All’incontro e al dibattito hanno partecipato tra gli altri MICHELE CIVITA assessore Politiche del Territorio della Regione Lazio, CRISTIANA AVENALI consigliera Regione Lazio, CARLO CECERE direttore del master in Rigenerazione dell Edilizia e del territorio, Università “La Sapienza”, CARLO PATRIZIO prof. a contratto Progetti di Rigenerazione Urbana e Ambientale, Università “La Sapienza”, EDOARDO BIANCHI presidente ACER, ELIANA CANGELLI vicepresidente Ordine degli Architetti di Roma e CARLO CELLAMMARE direttore del CRITEVAT
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