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Il profumo del tempo delle favole

Il profumo del tempo delle favole
Ottobre 21
11:46 2016

«Siamo condannati ad avere fede se vogliamo vivere». Con queste parole, intessute di una profonda drammaticità, entriamo nel mondo di Giorgio Pressburger, nella sua vicenda umana e intellettuale, sconvolta dai precoci lutti familiari, dalla guerra e dalla deportazione, addentrandoci insieme a lui fino alle più recondite origini del concetto di fede, che nella sua riflessione si fa «disperata necessità» intrinseca nell’uomo per contrastare il male e la sofferenza.
Il film Il profumo del tempo delle favole di Mauro Caputo, che è tratto dal libro Sulla Fede che Pressburger ha pubblicato con Einaudi nel 2004, presentato alla Mostra del Cinema di Venezia, ripercorre, attraverso gli occhi e la voce dell’intellettuale bambino, adulto e poi anziano, il suo tormentato rapporto con l’idea stessa di Dio e dà vita a una profonda meditazione su cosa significhi davvero, oggi, il concetto di fede e su come esso influisca sulle relazioni umane.
Sulle pagine del «Corriere della Sera», lo scorso 23 agosto, è apparso un appello, lanciato congiuntamente dallo scrittore e dal regista, perché il film possa essere visto dalle «più importanti personalità religiose del mondo» e perché esso possa dare origine ad una «discussione feconda» su un tema di tanto grande attualità.
L’Istituto della Enciclopedia Italiana ha deciso di rispondere prontamente a questo appello perché crede che sia oggi indispensabile creare il maggior numero possibile di occasioni per un dialogo qualificato e serio su un argomento che per la sua importanza non può essere delegato ai vuoti toni della propaganda o fatto oggetto di scontro politico e sociale.
L’Istituto, che fin dalla sua fondazione ha voluto impostare la sua opera non come classificazione di un sapere preconfezionato e chiuso, ma anzi come spazio – ideale e fisico – di confronto tra le posizioni più diverse e i punti di vista più autorevoli sui grandi temi che da sempre hanno coinvolto la storia del pensiero – basti ricordare la stessa voce Fede, scritta per l’Enciclopedia Italiana di Scienze, Lettere ed Arti nel 1932 da un teologo fermamente antifascista quale fu Mariano Cordovani –, continua oggi a tener vivo un dibattito trasversale – dalla carta ai social network – sui grandi interrogativi che agitano uno scenario internazionale così complesso e così mutevole, in cui ci troviamo ad affrontare i rischi di destabilizzazione globale derivanti dai fondamentalismi religiosi, ma anche le conseguenze di una progressiva perdita del senso spirituale che ci conduce a vivere in una società iperconnessa e ipertecnologica, ma spesso incapace di riflettere sul passato e di dare risposte meditate e profonde alle tragedie del nostro presente.
Per questo vogliamo mettere a disposizione, il 27 ottobre, la nostra Sede per ospitare un dibattito che coinvolgerà personalità religiose e del mondo della cultura, ma anche alcune classi di licei, con l’intento di riflettere insieme su quanto sia importante, oggi, saper riconoscere le radici delle nostre più profonde convinzioni e dei nostri più reconditi timori, e comprendere che sono gli stessi che abitano in ogni uomo, per quanto distante possa apparire la sua cultura dalla nostra.
Il dialogo tra religioni, sempre più necessario in un momento in cui si accresce la percezione di una diffusa insicurezza economica e sociale, deve essere incoraggiato ad ogni livello, e le istituzioni in particolare hanno – e avranno sempre più – un ruolo determinante nel contrastare i pregiudizi e nel favorire la conoscenza reciproca e lo scambio virtuoso tra fedi diverse.
Questo perché la fede, che nasce, come dice Pressburger, prima di tutto come risposta alla paura, non sia essa stessa motivo di paura dell’altro e causa di conflitti, ma anzi divenga sempre più un ponte tra le varie confessioni, ma anche tra credenti e non credenti: un ponte attraverso il quale gli uomini, memori delle persecuzioni e dei crimini che sono stati commessi e che vengono commessi quotidianamente in tutto il mondo in nome di un credo, comprendano quanto perfino l’incertezza e la sofferenza possano essere motivo di unione e non di divisione, e possano finalmente incontrarsi in un percorso di pace, solidarietà e rispetto reciproco.

Le personalità che prenderanno parte in qualità di relatori sono:
Introduce: Massimo Bray
Modera: Antonio Polito
Intervengono: Riccardo Di Segni, Daniele Menozzi, Giorgio Pressburger, Abdellah Redouane,
Lucetta Scaraffia, Davide Scotto, Silvano Maria Tomasi, Giovanni Maria Vian
Sarà presente Mauro Caputo

Per i giornalisti è disponibile un link e password per la visione in anteprima streaming del film, che verranno inviati su richiesta rispondendo a questa mail.

per informazioni e accrediti:

Mariella Di Donna
Capo Ufficio Stampa e Relazioni Esterne
Istituto della Enciclopedia Italiana Treccani
e-mail: m.didonna@treccani.it
Piazza della Enciclopedia Italiana, 4
00186 Roma – Italia
Daniela Leone
Comunicazione istituzionale e Ufficio stampa

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