Processo per la discarica di Malagrotta
Processo per la discarica di Malagrotta, Manlio Cerroni condannato a 6 anni e 4 mesi per disastro ambientale
Arriva oggi la sentenza del processo sulla Discarica di Malagrotta: Manlio Cerroni condannato per disastro ambientale e disastro colposo, Francesco Rando condannato per disastro colposo, il primo condannato a 6 anni e 4 mesi di reclusione, il secondo a 3 anni di reclusione ed entrambi al pagamento delle spese processuali. Si chiude così dopo 10 anni il procedimento penale che ha visto imputati il proprietario della discarica di Malagrotta e il suo collaboratore.
“La condanna per disastro ambientale nei confronti del proprietario di Malagrotta è una sentenza storica nel nome del popolo inquinato – commentano Stefano Ciafani presidente nazionale di Legambiente e Roberto Scacchi presidente di Legambiente Lazio – che rende giustizia a tutti quelli che hanno combattuto per tanti anni contro il disastro dei rifiuti a Malagrotta e tutti quelli che combattono ancora per l’economia circolare e la difesa dell’ambiente, nella Capitale come in tutto il paese. Quella che è stata per decenni la più grande discarica d’Europa, ha generato una ferita ambientale spaventosa, chi doveva fermare l’inquinamento terribile che questa provocava non lo ha fatto e l’esito del processo lo conferma indiscutibilmente”.
La sentenza arriva oggi dalla III Corte d’Assise del Tribunale di Roma, dopo un processo penale durato oltre 10 anni nel quale Legambiente è parte civile “Non possiamo che ringraziare l’avv. Maria Dolores Furlanetto del nostro CEAG (Centro d’Azione Giuridica) che ha seguito il processo in tutti questi anni con impegno e costanza – concludono i rappresentanti di Legambiente -, oggi è stata fatta giustizia nelle aule di tribunale e continueremo a presidiare quei luoghi, ma continueremo anche a chiedere che sia fatta giustizia a Malagrotta. Nella discarica sono entrate per decenni oltre quattromila tonnellate al giorno di rifiuti, ora la sfida è la bonifica, che sarà portata avanti grazie al lavoro della struttura del commissario generale Giuseppe Vadalà, in danno alla proprietà, per la quale aspettiamo l’avvio proprio nelle prossime settimane e che dovrà avvenire con tutte le tecnologie migliori e una indissolubile sinergia, tra istituzioni di tutti i livelli, associazionismo ambientale e cittadinanza”. Nella sentenza, la corte ha ordinato all’ex proprietario di Malagrotta il recupero e il ripristino dello stato dei luoghi.
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