Processo Cerroni. Al banco dei testimoni i tecnici del No Inc
Processo Cerroni. Al banco dei testimoni i tecnici che per conto del Coordinamento contro l’inceneritore di Albano Laziale firmarono le relazioni tecniche a supporto dei numerosi ricorsi al TAR
Questa mattina, martedì 7 giugno 2016, al processo in corso a Roma nei confronti di Manlio Cerroni, collaboratori e funzionari pubblici, accusati a vario titolo di reati che vanno dalla truffa all’abuso di ufficio, è continuata l’escussione di testimoni chiamati dal PM Alberto Galanti per rispondere a domande riguardanti l’inceneritore da 160000 tonnellate di rifiuti urbani che il boss della monnezza, tramite il consorzio COEMA, voleva realizzare a Roncigliano. Oggi sono stati convocati i tecnici che nel corso degli anni, per conto del Coordinamento contro l’Inceneritore di Albano, hanno firmato le relazioni tecniche a supporto dei numerosi ricorsi al TAR, dopo che la Regione Lazio aveva ribaltato in positivo l’iniziale diniego alla realizzazione dell’impianto. I due tecnici chiamati sul banco dei testimoni hanno chiarito le ragioni in base alle quali hanno ritenuto che le modifiche apportate al progetto (passaggio dal raffreddamento ad acqua a quello parzialmente ad aria) per aggirare il giudizio negativo dell’assessorato in sede di VIA (Valutazione di Impatto Ambientale), abbiano in realtà aggravato l’impatto inquinante dell’impianto, senza risolvere il problema degli elevatissimi consumi idrici. In particolare è stato messo in evidenza che la pretesa di utilizzare esclusivamente acque piovane mediante un fantomatico bacino non aveva fondamenti sostenibili sul piano tecnico. Inoltre la decurtazione di 150 metri cubi di acqua al giorno dal bilancio dei consumi era stata operata sopprimendo passaggi essenziali (torri di raffreddamento e pulizia idrica dei fumi) tali da aggravare il rischio di emissioni nocive. L’attivismo velenoso mostrato dagli avvocati difensori dei funzionari regionali Raniero De Filippis e Luca Fegatelli all’epoca protagonisti del ribaltamento del giudizio di diniego all’impianto è comprensibile visti i capi di imputazione che pendono sui loro assistiti per abuso d’ufficio, falso in atto pubblico etc .
Coordinamento contro l’Inceneritore di Albano
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