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Prevenzione: le più diffuse malattie della bocca e dei denti

Agosto 16
13:46 2011

Prefazione

Le patologie della bocca, che spesso sono associate a igiene orale inadeguata e stili di vita non salutari, possono influire negativamente sulla qualità della vita degli individui, soprattutto quando concomitanti ad altre malattie sistemiche.

 

La prevenzione delle malattie del cavo orale, quali carie, patologie dei tessuti di sostegno dei denti e neoplasie, rappresenta una misura fondamentale sia in termini di efficacia che di favorevole rapporto costo-benefici. Dati ISTAT (2005) indicano che il 35,2% della popolazione italiana di età compresa tra i 6 e i 10 anni non viene sottoposto a cure odontostomatologiche, inoltre, circa il 34,5% degli italiani non va dall’odontoiatra, mentre il 48% lo fa una volta l’anno. Le patologie del cavo orale maggiormente diffuse tra la popolazione italiana sono senz’altro la carie e la malattia parodontale, meno frequente è il carcinoma orale. Queste, se non trattate adeguatamente possono portare all’edentulia e ad altre condizioni patologiche più importanti, con conseguente ripercussione sul benessere psico-fisico dell’individuo colpito. Dall’analisi dei dati epidemiologici, elaborati dall’ Organizzazione Mondiale della Sanità, dalla Federazione Nazionale dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, dall’Associazione Nazionale Dentisti Italiani e dall’Istituto Nazionale di Statistica, si evince che una maggiore attenzione deve essere posta alla prevenzione delle malattie orali più comuni, in particolar modo durante l’età evolutiva, attivando soprattutto programmi di educazione sanitaria, in ragione del fatto che le azioni di promozione della salute orale nei primi anni di vita, consentono l’apprendimento di abitudini personali virtuose e durature nel tempo.

La carie

È una malattia cronico-degenerativa trasmissibile, ad eziologia multifattoriale, che interessa i tessuti duri del dente. Se non adeguatamente trattata, in tempi variabili porta alla distruzione dell’elemento colpito. L’elevata frequenza nella popolazione mondiale ne fa una malattia rilevante nel quadro generale della sanità pubblica. Epidemiologicamente in Italia, a 4 anni colpisce il 21,6% dei bambini e a 12 il 43,1% ne è affetto. Il 60% degli individui in età compresa tra i 13 e i 18 anni ha almeno una lesione cariosa, mentre tra i 19 e i 25 anni la prevalenza della patologia è maggiore dell’80%. Nel corso degli ultimi decenni, in molti Paesi industrializzati, fra cui l’Italia, è stata registrata una riduzione della malattia. Per spiegare questa tendenza, sono stati riconosciuti diversi fattori: fra questi il miglioramento dell’igiene orale, un consumo di zucchero più razionale e, soprattutto, il corretto uso di fluoro.

La malattia parodontale

È una patologia infiammatoria cronica dei tessuti di sostegno dei denti, ad eziologia multifattoriale ma essenzialmente batterica, determinata dall’interazione di tre cofattori principali: suscettibilità dell’ospite (risposta immunitaria), fattori ambientali (batteri) e comportamentali (livello di igiene orale).

I principali fattori di rischio correlati alla malattia sono la scarsa igiene orale, il consumo di tabacco, il consumo eccessivo di alcool, il diabete mellito, lo stress.

Nell’ambito di questa patologia si distinguono diversi livelli di gravità, caratterizzati da diversi livelli di penetrazione in profondità dell’aggressione batterica:

– le gengiviti (interessano la gengiva marginale, ed eventualmente quella aderente; sono caratterizzate da arrossamento del margine gengivale, edema, sanguinamento e, talvolta, aumento di volume; sono reversibili e possono precedere una parodontite);

– le parodontiti (caratterizzate dalla distruzione dell’apparato di supporto dei denti; clinicamente si manifestano con perdita di attacco parodontale e di osso, formazione di tasche, talvolta di recessioni gengivali, in relazione alla gravità può concomitare movimento dentale).

In Italia, a 4 anni, solo il 3,56% degli individui presenta tartaro, mentre a 12 anni la percentuale si attesta al 28,7% e il sanguinamento al sondaggio è del 23,8

I valori di prevalenza delle malattie parodontali, nella popolazione italiana di età superiore ai 55 ann,i sono molto alti (circa 80%), mentre la prevalenza delle parodontiti gravi è del 15% circa.

Il carcinoma orale

È una neoplasia che può coinvolgere la cavità orale a livello di labbra, lingua, mucose orali e gengive e interessare anche la faringe, l’orofaringe e l’ipofaringe. Il cavo orale e l’orofaringe rappresentano, per frequenza, la seconda sede, dopo la laringe, dei tumori della testa e del collo.

La forma più diffusa di cancro orale (> 90%) è il carcinoma squamo-cellulare.

L’uso e l’abuso di fumo e alcool sono universalmente riconosciuti come cause principali dei carcinomi orali, come di tutti gli altri carcinomi delle vie aeree (laringe e polmoni in particolare). L’azione di questi due cancerogeni è ancora più nociva se agiscono in sinergia.

Anche l’igiene orale scadente gioca un ruolo importante nell’insorgenza dei carcinomi di questo distretto

Tuttavia, è bene ricordare che circa il 25% delle patologie tumorali orali, si sviluppa in pazienti che non hanno avuto un contatto significativo con i fattori di rischio sopra citati.

Nell’ultimo decennio si è assistito, a differenza di quanto è accaduto per altri tumori, a un incremento dell’incidenza della malattia nelle persone con età inferiore ai 35 anni.

In Italia, il tasso annuo di incidenza su 100.000 individui nel periodo 2000-2003 per le neoplasie della cavità orale e faringe è di 18,9 tra i maschi e 7,1 tra le femmine.

A differenza di ciò che avviene per le patologie dento-parodontali, il cancro orale risulta di più frequente riscontro nel Nord Italia rispetto al Sud. Il carcinoma orale ha un elevato tasso di mortalità: la sopravvivenza, infatti, a 5 anni dalla diagnosi è pari a circa il 45% ed è maggiore per le donne (54%) rispetto agli uomini (41%).

La mortalità dei pazienti affetti da questo tumore è in assoluto tra le più elevate e, a differenza delle neoplasie che interessano altri distretti corporei (colon, mammella, cute), è stabile da oltre 20 anni. Importantissimo è il momento della diagnosi. Purtroppo la malattia viene spesso diagnosticata in fase avanzata, anche se, proprio a causa della sede, la sua manifestazione sarebbe di non difficile riscontro.

Quando il carcinoma orale viene diagnosticato in fase precoce, la sopravvivenza a 5 anni può raggiungere circa l’80-90% dei casi.

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