PRESIDIO ALLA SPIAGGETTA, LAGO DI NEMI
PRESIDIO ALLA SPIAGGETTA, LAGO DI NEMI PER FERMARE LA COSTRUZIONE DELLA TERRAZZA SUL NOSTRO AMATO LAGO
SABATO 27 GENNAIO ORE 10.00
LAGO DI NEMI
SPIAGGETTA LUNGOLAGO AL TERMINE DI VIA DIANA
(DAVANTI L’EX FIOCINA ABBANDONATA)
Da qualche giorno ormai noi frequentatori abituali del lago stavamo assistendo preoccupati a dei movimenti di cantiere lungo il costone che scende alla spiaggetta di Via Diana, l’ultima prima di Via Perino davanti l’ex Fiocina.
Ci siamo subito attivati per scoprire cosa stesse succedendo, e abbiamo scoperto che il COMUNE DI NEMI ha progettato una pedana panoramica in legno lunga 30 m, che deturperà completamente la natura incontaminata del paesaggio e soprattutto distruggerà una porzione di habitat importante per piante, papere e oche, pesci.
Sui cartelli, tra l’altro, leggiamo che l’opera è una messa in sicurezza per rischio epidemiologico e davvero non riusciamo a capire che cosa significhi. Poi si è svelato il mistero: perché mai rischio epidemiologico?
Perché sono fondi stanziati durante il covid (2021) dalla Regione Lazio per aiutare i comuni lacustri che soffrivano della mancanza di turismo balneare a causa dell’epidemia. All’epoca bastava che il comune presentasse un progetto per incoraggiare il turismo con misure di sicurezza anti COVID e il mantenimento del distanziamento previsto dalle leggi di allora. Quindi l’assurdità diventa più incredibile: la pedana è antiepidemiologica perché serve A FAR FREQUENTARE LA SPIAGGIA MANTENENDO LA DISTANZA DI SICUREZZA PER RISCHI DI CONTAGGIO COVID.
Essendo stata approvata in un momento di emergenza mondiale, possiamo affermare che oggi non ha proprio nessun senso.
Si legge sulla delibera comunale n80 del 28/05/2021: “RITENUTO secondo la regione Lazio pertanto di procedere, con la necessaria urgenza, all’assegnazione di risorse straordinarie ai Comuni lacuali del Lazio con arenili accessibili al fine di consentire la realizzazione di attività e di servizi volti a garantire la fruibilità in sicurezza delle spiagge, dei pontili e delle banchine dei laghi per la stagione balneare 2021”.
Cioè un lavoro che “serviva” tre anni fa.
Ora e un’opera inutile, che servirebbe solo ad antropizzare un’oasi naturale bella proprio nel suo essere intoccata dalla mano dell’uomo (da sempre dipinta da artisti e cantata da poeti di tutto il mondo).
Un’opera che mira forse a rendere più fruibile e comoda questa spiaggetta al turismo balneare di massa, quello di un giorno e via, quello dei selfie a bordo lago. Con la stessa concezione economica che ha portato a tagliare un lecceto secolare su via del Perino, nel pieno del costone boschivo del vulcano per rendere la strada di nuovo strada, e non più sentiero. Si promuove così un turismo che più di ogni altra cosa danneggia il delicato ecosistema lacustre lasciando rifiuti, portando macchine, sciogliendo in acqua creme solari, nutrendo di scarti gli animali selvatici.
A noi piacerebbe che l’area attirasse turisti che già vengono numerosi perché amano la natura così com’è: non vogliamo il turismo da consumo, quello che porta soldi.
Questa spiaggetta è il nostro piccolo angolo di mondo, il nostro preferito. Quello che puliamo dall’immondizia ogni giorno, quello che preserviamo dal turismo estivo, quello dove abbiamo creato la nostra socialità tra amanti della natura. Quel posto meraviglioso e selvaggio che per noi è casa, più di casa: il nostro posto selvaggio di cui ci sentiamo un po’ i guardiani e le guardiane.
E ora lo vediamo invaso da mezzi cingolati, reti e transenne.
CHIEDIAMO SUBITO LA FINE DEI LAVORI E IL RIPRISTINO DELL’AREA NATURALE
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