PRESENTAZIONE MOZIONE GIACHETTI ASCANI nei Circoli del Partito Democratico
Savona
Non sono una professionista della politica. Ho presentato, per la prima volta, nella mia vita, nei circoli del Partito Democratico, una mozione politica per la Segreteria: quella dei candidati Giachetti e Ascani. Infatti, mi sono iscritta al PD solo dopo essere andata in pensione, perché ne condividevo, da tempo, i valori e gli obiettivi. La politica, però, l’ho vissuta come grande passione sempre, perché la politica è nella vita di ogni giorno, quotidiana, senza nessun bisogno di cariche, di favori, di posti di qualsiasi tipo. La visione politica pervade tutte le scelte della nostra esistenza perché riguarda i valori fondanti del nostro stesso essere. Queste cose me le ha insegnate mio padre che, nonostante fosse direttore amministrativo di un’azienda e commercialista, cioè benestante, ha sempre votato PCI perché diceva che, lavorando con gli operai, si rendeva conto di quanto fosse dura la loro vita.
Il nostro paese è un paese con tanti problemi. È partito male con una tardiva unità, rispetto alle altre nazioni europee, è sostanzialmente, nell’anima, un paese di centro-destra, con tanta paura delle riforme.
Io ho vissuto pienamente l’epoca d’oro degli anni ’60 e ’70, sono una sessantottina, quando il lavoro era in crescita come le fabbriche e chi lottava per i diritti aveva la visione di un mondo futuro migliore. Allora, i cortei erano di studenti e operai, insieme, e, solo per fare un esempio, al posto della Fiumara di Genova Sampierdarena, c’erano 5000 operai dell’Ansaldo, oltre alle migliaia e migliaia delle altre fabbriche, sempre di Genova.
Ora non è più così, il mondo è cambiato e chi pensa di seguire le vecchie ricette di quei tempi, non può ottenere nulla. Se chiedete ai giovani, molti vi diranno che sinistra e destra non esistono più, il voto è liquido, perché la gente ha abbandonato le ideologie e segue gli slogan di chi sembra offrire di più, come al mercato.
Un panorama desolante, dopo la crisi del 2008 che ha stremato l’Italia, portando via lavoro e speranza, e rovinando l’alto concetto di Europa che avevamo nutrito.
Solo Renzi ci aveva dato, finalmente, una visione, l’idea e l’orgoglio di un futuro di paese e di Riforme. I governi precedenti, invece, avevano preferito il quieto vivere perché, come si sa, le riforme scontentano sempre qualcuno e fanno perdere voti.
Per questo, prima di tutto, sostengo la mozione Giachetti-Ascani perché loro vogliono continuare questa fase riformista e non dire: “Abbiamo sbagliato”. Dopo 40 anni, finalmente, qualcuno aveva capito che, prima di tutto, dobbiamo avere il lavoro, insieme ai diritti civili e umani.
Infatti, se guardiamo i dati ci dicono che:
Renzi aveva iniziato a governare con la disoccupazione al 13% che era arrivata, a marzo 2018, con la fine del Governo Gentiloni, sotto l’l1%; la disoccupazione giovanile era al 44% ed era scesa al 32%; prima c’erano 22 milioni di occupati che erano saliti a 23 milioni; il Pil era intorno al -2% ed era arrivato oltre l’1,5%.
Naturalmente, il processo non era finito, perché un paese come il nostro, aveva e ha bisogno di tanti e tanti cambiamenti.
Giachetti e la Ascani, però, vogliono continuare questa via maestra, vogliono essere orgogliosi, insieme a noi, di un Partito a vocazione maggioritaria, sempre e comunque, che possa proporre e produrre cambiamento e innovazione. Senza rimpiangere tempi che, intanto, non esistono più.
Naturalmente, non si può mai essere d’accordo su tutto: lo stesso Giachetti non era d’accordo su alcune scelte del Partito e del Governo. Ma ne ha discusso nelle sedi opportune, non sulle pagine dei giornali o davanti a un microfono, come hanno fatto tanti, perché colpire il proprio partito, il proprio governo, il proprio leader, distrugge la fiducia degli elettori. Il risultato è stato dare in mano il Paese alle destre. E questo è il secondo grande motivo per cui sostengo questa mozione. Non ho mai trovato giusta la feroce opposizione interna, e penso che, come in ogni famiglia, qualche regola ci debba essere. Anche perché, quando si elegge liberamente, democraticamente, una persona, come avviene solo nel nostro partito, dopo, dobbiamo accettare democraticamente i risultati dell’elezione e lasciar lavorare l’eletto.
Giachetti e la Ascani sono, inoltre, fortemente contrari a qualsiasi accordo con i 5 stelle, ipotesi ventilata da più parti. Oggi, si dice, che dobbiamo “dialogare” per riprendere gli elettori fuggiti. In questi mesi, però, i 5 stelle ci hanno dimostrato quanto siano lontani da noi. Nella nostra mozione, ad esempio, fortemente europeista, ci divide da loro l’idea di Europa che deve essere più forte, più riformista, più unita, con un salario minimo garantito europeo (pensate a quanti problemi di fughe di imprese si risolverebbero) e il sostegno comunitario alla povertà. Ci divide l’idea stessa di democrazia, che dobbiamo, invece, difendere sempre, senza dimenticare di essere stati fascisti. Ci divide l’idea di immigrazione e integrazione, il progetto dello Ius Culturae, le pari opportunità, persino l’idea di scienza da proteggere e potenziare (stendo un velo pietoso sulle bufale riguardo ai vaccini!). Ci divide l’idea di ambiente, perché l’ambiente sarà migliorato dalle grandi opere che porteranno, come si chiede da decenni, il trasporto su ferro e non su gomma, potenziando le nostre imprese, i nostri prodotti, che non saranno, come al solito, tagliati fuori dagli altri grandi paesi.
Renzi diceva: “un euro in sicurezza e un euro in cultura”, frase che scava un abisso profondo tra noi e loro, perché la cultura, a tutte le età, dà sicurezza e consapevolezza. Come pure ci divide l’ottima riforma della “Buona Scuola” che ha stabilizzato 200000 precari, che ha combattuto la violenza di genere, il bullismo, che ha dato più insegnanti ai disabili e ai progetti scolastici, denaro per aggiornamento agli insegnanti ecc.
I 5 stelle vanno bene con Salvini.
Il dialogo? Sì certamente, con tutti, ma soprattutto con la gente, sia che ci abbia votato in passato, sia che non ci abbia mai votato, perché le elezioni si vincono prendendo voti, e vincere significa poter fare le riforme in cui si crede e non lasciar distruggere tutto dagli altri.
Un discorso a parte, merita il Jobs Act che qualcuno continua a criticare. Il Jobs Act è nato per incentivare il lavoro, per aiutare le imprese a subire meno tassazione in modo da poter lavorare e dare lavoro. Detassazione per chi assume, contratto a tutele crescenti, sussidio di disoccupazione anche per i COCOCO (collaborazione coordinata e continuativa), tipo di contratto che non si può più fare, grazie al Jobs Act. I Riders, ad esempio, hanno vinto il processo contro il licenziamento grazie all’art. 2 del Jobs ACT!
Avrete visto, certamente, al tempo delle elezioni politiche, i 100 punti fatti e quanto c’era bisogno ancora di fare.( http://ftp.partitodemocratico.it/politiche2018/programma-100×100-A4web-7febOK.pdf)
Appoggiando Giachetti, una persona sempre impegnata sui diritti e con il coraggio di scelte anche non popolari, e la Ascani, una giovane donna capace e decisa, il processo delle riforme continuerà per far progredire questo paese.
Naturalmente, nei precedenti Governi, non è stato tutto perfetto. Abbiamo fatto errori e soprattutto non abbiamo comunicato abbastanza le Riforme fatte, con più umiltà, mettendoci al fianco delle persone. Abbiamo snobbato i social che, poi, invece, vengono rilanciati ossessivamente dai giornali e dalla televisione. Ogni momento, ad esempio, mi spunta sulla tivù una diretta face book di Salvini o una manina di Di Maio che vengono ripresentati da giornali e televisioni, perché loro si sono affidati a grandi esperti della comunicazione. Anche noi dobbiamo puntare a far capire il nostro Progetto, nelle strade e sui social, tra la gente, ovunque si trovi.
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