Presentazione del libro “Gli strateghi”
La somma raccolta servirà per finanziare il progetto di un futuro Museo del bosco, da anni nel cassetto e nei pensieri di Maria Pia Santangeli, autrice tra gli altri, del libro Boscaioli e carbonai – Edilet. La stessa Santangeli ha presentato l’opera della quale ha curato la revisione e la pubblicazione. La copertina del libro, su progetto grafico di Piero Gentilini, rafforza il titolo dell’opera, volutamente ironico e fortemente critico verso tutti coloro che, investiti di poteri di comando, durante il secondo conflitto mondiale, si sono poi rivelati inefficaci e irresponsabili nei confronti dei soldati loro affidati. L’immagine rappresenta un reticolato di filo spinato con paletti di legno eretto sulla sabbia, in riva al mare: doveva, secondo le utopistiche previsioni dei comandanti, impedire lo sbarco degli Alleati. La trincea, di per sé ridicola, fu spazzata via la notte stessa dal mare. Volutamente calca la mano l’autore rivelando l’assoluta incompetenza al comando degli ‘Strateghi’. Durante l’incontro la Santangeli ha voluto mettere in risalto il valore della testimonianza orale, confermata poi, in un successivo intervento dal Dott. Claudio Santangeli, storico e archivista: la vita quotidiana può rappresentare l’essenza della storia. Nel suo libro Nonno Giulio ricorda come gli Italiani furono mandati allo sbaraglio senza alcuno scrupolo: partirono quei giovani nel ’39 senza calzini, con le pezze ai piedi, con una preparazione militare inesistente, armi ridicole e sorpassate. Narra l’autore, nel libro, le sue vicissitudini in Sicilia e nella ex-Jugoslavia; testimonia il suo rientro a piedi, da sbandato, mettendo in risalto affetti, amicizie, legami che nel momento più critico della sua vita lo hanno sostenuto in quei giorni drammatici. E fa commuovere i presenti quando la brava Maria Rita Panci, con voce ferma ed espressiva legge dal libro del rientro nel 1946 del soldato Lupardini a Rocca di Papa: il pensiero di ciascuno di noi è corso ai propri cari presenti in quel periodo difficile, le difficoltà sopportate, il pianto per i caduti sotto i bombardamenti, la fame, gli stenti … È vero, credere nella ‘storia minore’ , quella narrata e testimoniata, aiuta a costruire il passato e a vivere in esso con chi ci ha preceduti in quei giorni terribili, quando l’umana follia ha decretato la sorte di migliaia di nostri fratelli privandoli della loro vita o, nel migliore dei casi, dei sogni, delle speranze, e della fiducia nel futuro.
Al momento di andare in stampa giunge notizia della scomparsa di Giulio Lupardini: a lui rivolgiamo un commosso saluto, grati per la sua preziosa testimonianza e per il suo insegnamento di vita. (ndr)
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