Presentato il nuovo libro del professor Alberto Crielesi La Cappella dell’Avvocata Nostra e la Vicovaro sacra
La Cappella dell’Avvocata Nostra e la Vicovaro sacra: culto, arte e storia nei secoli
Nella bella Sala dei Coretti, la Galleria che, da Palazzo Cenci-Bolognetti, conduce alla Chiesa di San Pietro Apostolo, e i cui begli affreschi, posti lungo tutte le pareti, sono ancora ben leggibili e godibili, il giorno 28 aprile 2024, alle ore 17,00, è stato presentato il nuovo libro del professor Alberto Crielesi: “La Cappella dell’Avvocata nostra e la Vicovaro sacra: culto, arte e storia nei secoli”.
Con la sentita partecipazione di un numerosissimo pubblico che ha gremito la Galleria in ogni ordine di posti, la manifestazione si è svolta alla presenza del Sindaco di Vicovaro, Fiorenzo De Simone, e del Preposto e Arciprete, Don Benedetto Molinari, i quali, è doveroso dirlo subito, hanno favorito e sostenuto con grande entusiasmo, e sin dall’inizio, l’interessante progetto del professor Crielesi.
Dopo l’appassionata introduzione pronunciata dal Sindaco, cui è succeduto l’ospitale saluto presentato dall’Arciprete e Preposto, la parola è passata al professor Alberto Crielesi, il quale, da par suo, ha illustrato agli astanti, pur se per sommi capi, i temi salienti della sua narrazione, dilettando il più che interessato pubblico presente con alcune interessanti note e diverse curiosità; e non poteva essere altrimenti, considerata la cospicua mole di informazioni, notizie e rarità, davvero mastodontica, con le quali è stato compilato il volume.
Al termine della locuzione, subito dopo i forti e calorosi applausi con i quali i cittadini vicovaresi hanno inteso salutare e onorare il professor Crielesi, è stato dato modo a tutti i presenti di vivere e condividere un sentito sentimento di viva commozione quando il Sindaco, Fiorenzo De Simone, ha voluto ricordare la memoria dello scomparso fratello del professore, il Maestro d’Arte Angelo Crielesi, facendogli dono di un toccante diploma commemorativo.
Alle mere notizie di cronaca sopra riportate, però, ci preme far seguire una nostra, breve recensione del libro perché, a nostro parere, l’Autore propone ai vicovaresi, e non solo a loro, un percorso davvero unico.
È, infatti, un cammino piuttosto interessante e impegnativo, ancorché bello, quello che il lettore è chiamato a compiere attraverso le vicende storiche della città di Vicovaro, e non solo, leggendo il nuovo, splendido libro di Alberto Crielesi dal titolo: “La Cappella dell’Avvocata Nostra e la Vicovaro sacra: culto, arte e storia nei secoli”.
Con una narrazione accorta e alquanto pacata l’Autore ci accompagna, quasi prendendoci per mano, lungo le accidentate strade del passato di Vicovaro e dei suoi sobborghi, seguendo un percorso realmente articolato che non solo costituisce, di per sé, un interessante, quanto puntuale, itinerario storico-artistico della cittadina, ma è, anche, la narrazione di un tormentato sentiero di fede popolare che ha contrassegnato con forza le vicende narrate e, nello stesso tempo, è una vivace, quanto puntuale, “memoria” tout court della Sua Città natale, alla rimembranza della quale lo stesso Autore contribuisce non solo per l’originale, importante e complesso lavoro di ricerca compiuto, ma anche raccontando e rievocando, con grande e delicata sensibilità, ebbene rinverdendoli, i propri ricordi personali, davvero ancora mirabilmente vividi.
Tutto l’itinerario che il lettore dovrà compiere all’interno della Vicovaro ‘sacra’ è contrassegnato in maniera forte e chiara dalla toponomastica e dal titolo delle numerose chiese, delle pievi, degli oratori e, persino, delle edicole che vi sono ricordate; e, non a caso, il punto di partenza della narrazione è il Tempietto di San Giacomo o, per meglio dire, la splendida Cappella detta dai vicovaresi: ‘dell’Avvocata Nostra’, come opportunamente indicato anche nel titolo del volume, essendo, questa, in effetti, il luogo principe della fervente devozione del popolo di Vicovaro: una Cappella votiva che rappresenta il cuore pulsante della religiosità popolare degli abitanti della cittadina e dei suoi immediati dintorni.
Proprio da lì, infatti, questo insieme concatenato di storie prende le mosse; ed è proprio partendo da quella fatidica Cappella, cavalcando le spire del tempo, attingendo alle necessarie informazioni e alle rimarchevoli notizie raccolte fra le carte dei più reconditi e polverosi archivi, pubblici e privati, e, non ultime, fra le Relazioni delle Visite Apostoliche e Pastorali succedutesi nel corso degli anni, che l’Autore si è accinto a narrarci le molteplici e intricate vicende di poveri e potenti, di santi e peccatori, di papi e principi, di cardinali, monsignori e prevosti, di artisti e loro committenti, di mastri artigiani, operai e popolo minuto, comparsi sul vetusto palcoscenico della Città, e scandendo il lento trascorrere del tempo, soprattutto, attraverso l’alterno avvicendarsi alla guida del governo cittadino delle più importanti famiglie del luogo, in particolare, degli Orsini e dei Cenci-Bolognetti.
Non da meno, poi, sono le attente e minuziose osservazioni e le diverse, accurate notazioni di carattere prettamente storico-artistico con le quali sono descritti tutti i luoghi sacri, e fin nei minimi particolari, tanto da renderli ancora più che nitidi agli occhi della nostra mente e, persino, di farci immaginare presenti e reali quelli distrutti, come se, dopo tanto tempo, li si potesse riabbracciare ancora con il nostro sguardo sorpreso e ammirato.
Insomma, quello che l’Autore, con questo suo notevole e meticolosissimo saggio, ci invita a compiere, è un lungo e reiterato excursus nel sentimento del sacro che ha accompagnato, nel corso dei secoli, la storia di Vicovaro e le molteplici vicende vissute dai suoi abitanti; e il professor Alberto Crielesi, vicovarese fin nel midollo, e nonostante la forzata lontananza, i cui antenati sono stati anche, essi stessi, protagonisti di alcune delle vicende narrate, ha intrapreso questo lungo cammino, più che quarantennale, portandolo a termine, finalmente e faticosamente, con grande entusiasmo e ferma dedizione, quasi si trattasse del doveroso risarcimento di un antico debito morale contratto con la propria Città natale e rifuso nel più bello e liberale dei modi.
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