Premio del Senato e nuovo libro per Marco Onofrio
Onofrio ha ottenuto riconoscimenti e riscontri critici a livello nazionale e internazionale. Tra i premi vinti il Montale, il Carver, il Nabokov, il Farina. Della sua opera si sono interessati e hanno scritto, fra gli altri, critici del calibro di Giorgio Bàrberi Squarotti, Filippo La Porta, Aldo Onorati, Walter Mauro, Elio Pecora, Arnaldo Colasanti, Dante Maffia, Emerico Giachery, Eugenio Ragni. La scrittura di Marco Onofrio è vulcanica, visionaria, fiammeggiante: colpisce e lascia il segno proprio perché lontanissima dagli standard di appiattimento commerciale imposti oggi dal mercato. Scrive Dante Maffia, a proposito di “Disfunzioni”: «Ogni cosa, in questo libro, ha una dimensione nuova, una voce che scatena l’urlo di altre voci, un desiderio di rompere per agevolare la rinascita. C’è, in Onofrio, la necessità di scavare nel profondo dei significati per trarne una linfa priva di scorie, illibata di memorie. Onofrio è un prestigiatore che si abbandona al risucchio del dramma incentrato sul vuoto e ne percorre fino in fondo i solchi, incurante delle lacerazioni. Il mito della modernità si rispecchia in tutto il progetto, ma naufraga via via, come se l’impalcatura si scordasse e finisse in un polverio di rovine. Si può risorgere dalle rovine? Onofrio non esplicita nulla in proposito e il magma fluorescente dei versi fa intendere il contrario».
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