Preghiera di un “clandestino”
Novembre 11
11:21
2009
Morrò giovane,
lontano da mia moglie,
fra pareti ammuffite, cattivi odori
e lacrime.
Morrò a Milano, con la mano
di mio fratello sulla fronte,
tremando per la febbre
e pregando così:
“Oh Dio onnipotente,
non distogliere il tuo sguardo
da questo figlio tuo,
ricordati che è un uomo,
anche se muore come un cane.
Oh Dio generoso,
non giudicare il suo corpo
vestito di stracci
e sfinito dai tormenti,
ma giudica il suo cuore,
un cuore ardente come l’Africa
che non ha mai odiato,
ma dopo aver sofferto
ogni pena del mondo,
ama ancora.
Oh Dio misericordioso,
non distogliere il tuo sguardo
da questo figlio tuo
e accoglilo in un angolo del tuo Giardino
perché – guardalo! – è un uomo,
anche se muore come un clandestino”.
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