PREDICHE INUTILI, NUOVA OPERA LETTERARIA DI GIORGIO SIRILLI
Luigi Einaudi, succeduto a Enrico De Nicola, fu il primo Capo dello Stato italiano eletto dal Parlamento repubblicano l’11 maggio del 1948: svolse il compito istituzionale in modo discreto e scrupoloso, dimostrando grande rigore e competenza nel suo ruolo, garante della Costituzione, difendendo il proprio compito presidenziale dalle ingerenze dei partiti.
Conoscere per deliberare era il suo imperativo categorico e lo esplicitò in modo chiaro e ponderato mettendo nero su bianco trascritto in dispense, meditate valutazioni, raccolte poi in un volume edito nel 1959, a titolo Prediche inutili: era conscio e obiettivo nelle sue riflessioni che abbracciavano aspetti della realtà italiana del momento, a partire dal rigore necessario nell’esercizio di un buon governo, all’analisi della situazione ed evoluzione economica, riflettendo sulla scuola, sulla legislazione sociale e sul ruolo dei partiti. Chiaro e concreto, elaborava queste considerazioni con un linguaggio semplice e rigoroso, comprensibile a tutti.
Proprio da questa illustre figura istituzionale prende spunto Giorgio Sirilli nella sua nuova opera letteraria, edita da Controluce, intitolata esattamente Prediche inutili – Analisi e proposte inascoltate dai politici. Un volume snello e maneggevole di poco più di 200 pagine che in copertina riproduce proprio una foto storica del presidente Einaudi seduto alla sua scrivania.
Dodici capitoli che fanno dell’attualità un quadro generale, partendo da una situazione locale come quella del comune di nascita e residenza dell’autore – Albano Laziale – e lasciando poi le considerazioni si estendano dal particolare al generale, allargandosi a riflessioni sull’intera realtà castellana – con illuminanti eccezioni come quella colonnese – e nazionale.
Si tratta, scrive l’autore stesso nella sua Introduzione, di questioni di carattere etico, sociale, politico, economico, istituzionale: circa ottanta articoli già pubblicati dal 2017 al 2022 nei quali vengono messe in risalto tematiche quanto mai attuali che abbracciano il vivere quotidiano di una comunità cittadina, auspicandone coinvolgimento, conoscenza, dibattito e ascolto dall’alto, di critiche e proposte.
Per governare occorre conoscere e valutare, con alto senso civico, rispetto e coscienza: chi assume compiti di responsabilità nei confronti dei cittadini che offrono fiducia e delegano a compiti amministrativi, ha il dovere civile e morale di offrire trasparenza, dimostrare competenza, amministrare con oculata gestione la cosa pubblica. Ma soprattutto, aggiungo, deve saper amare: amare l’aria che respira, i panorami che lo circondano, il territorio e i suoi concittadini, ogni angolo da valorizzare, ricercando e favorendo ogni opportunità di crescita civile, sociale e culturale; deve porsi all’ascolto uscendo dal Palazzo, raccogliere critiche, suggerimenti, proposte e porsi al servizio di tutti, in una collaborazione che diventi travolgente spinta al bene comune.
Economista e statistico, professore universitario, autore di diverse opere tematiche e di carattere storico e culturale locale, in queste sue riflessioni Giorgio Sirilli analizza di volta in volta, prendendo spunto dall’attualità del momento, problematiche di diverso tipo, trovandone criticità, proponendo soluzioni, mettendo in luce variabili che potrebbero offrire positive risoluzioni. Nel farlo non lesina critiche, mai sterili, infondate o gratuite, ma confutabili e costruttive, nelle quali cerca anche d’indicare soluzioni e offrendo esempi da seguire. Si evincono dall’opera le idee che accostano chi vuole il bene comune, il progresso, la competenza amministrativa: un popolo va tutelato rispettando l’ambiente nel quale vive, offrendo soluzioni che evitino sperpero di denaro pubblico, conoscano il gruppo sociale di appartenenza – e la statistica, insiste Sirilli potrebbe offrire valida visione oggettiva del reale – le risorse economiche e naturali da tutelare, difendano la storia e i valori che nel passato hanno fatto sì che fossimo una comunità civile e democratica. I cittadini devono essere coinvolti, chi è al potere deve garantire informazione e porsi all’ascolto: un imperativo che l’autore non si stanca mai di ricordare nelle sue Prediche.
Un popolo vero, una comunità locale che ha coscienza di sé e quali scelte fare per il futuro conferma nella sua splendida A mo’ di … prefazione a carattere epistolare, lo scrittore Ugo Onorati, indicando nella cultura e nella divulgazione attraverso dibattiti e conferenze, una delle àncore di salvataggio, affinché queste Prediche inutili diventino invece spunto d’indignazione, di rinascita e fermento di riscatto di tutti i cittadini.
Non ci sono commenti, vuoi farlo tu?
Scrivi un commento