POSSIBILI USI DELLA TECNOLOGIA CONTRO I FEMMINICIDI
In questi giorni, sull’onda di un efferato fatto di cronaca, il dibattito pubblico si concentra sul ruolo prioritario dell’educazione, in particolare come formare i giovani per eradicare la cultura della violenza. Un tema non nuovo e già ampiamente trattato dall’Agenda 2030, Obiettivo 4 Istruzione di Qualità, Target 4.7.
Tralasciamo il soggetto dell’educazione contro la violenza e a favore dell’affettività perchè ampiamente dibattuto da psicologi, psicoterapeuti, sociologi, e più in generale da esperti del settore. Sul ruolo educativo della scuola ne parlano giornalmente tutti i media, e non solo. Ci piace ricordare il recente intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella alla cerimonia di inaugurazione dell’anno scolastico 2023/2024, nel quale tra l’altro ha detto “… la scuola è la prima e la più importante risposta al degrado. E’ la buona scuola lo strumento più efficace e prezioso di cui la Repubblica dispone per creare e diffondere tra le giovani generazioni una cultura della legalità, della convivenza, del rispetto….”
E’ in dubbio che viviamo in un’epoca di vertiginosi sviluppi tecnologici, che hanno indotto anche grandi rivoluzioni nell’architettura sociale. Molti lavori si posson fare senza recarsi sul posto di lavoro come inteso in passato, piattaforme informatiche ci aiutano a procurarci documenti necessari nella vita di tutti i giorni, evitiamo di andare in banca perchè possiamo fare quasi tutto con lo smartphone, e in ultimo abbiamo la rivoluzione dell’Intelligenza Artificiale, di cui ancora non si conoscono i limiti applicativi.
In un’epoca in cui gran parte del nostro tempo e delle nostre relazioni sono mediate dalla tecnologia, riteniamo che questa può diventare un alleato molto potente nella lotta contro la violenza sulle donne. Non si tratta solo di chiamate d’emergenza o di App per la sicurezza personale, ma anche di innovazione tecnologica pensata specificamente per prevenire, proteggere e sostenere le donne a rischio di femminicidio. La tecnologia può offrire, ad esempio, nuove soluzioni di protezione e sicurezza per le donne a rischio. Come? Ne fa una carellata Francesco Marino sulla rivista online Digitalic del 19 Novembre, 2023:
Monitoraggio continuo degli stalker: Sappiamo a quanti minuti di distanza è il nostro pasto caldo traportato dal rider che ci è stato assegnato, ma non abbiamo ancora una tecnologia in grado di far rispettare efficacemente i provvedimenti restrittivi di chi è già stato condannato per stalking o per altri reati violenti e non si può (non si potrebbe avvicinare) alla vittima. Certamente la tecnologia può fare molto in questo campo.
Campagne di sensibilizzazione digitale: Utilizzare i social media e altre piattaforme per diffondere informazioni e contribuire ad educare l’opinione pubblica, prevenendo la crescita del fenomeno. Purtroppo, oggi alcuni social spesso sono un incubatore di quei sentimenti di prevaricazione che poi sfociano in azioni di violenza reali.
Dispositivi indossabili d’emergenza: Dispositivi come bracciali, collane o orologi con pulsanti d’emergenza o sensori che, una volta attivati, possono inviare un segnale di aiuto a persone di fiducia o alle autorità e condividere la posizione in tempo reale, compresa la geolocalizzazione di chi sta chiedendo aiuto.
Sistemi di videosorveglianza: La videosorveglianza può aiutare ad aumentare la sicurezza negli spazi pubblici e nei luoghi di lavoro, consentendo alle forze dell’ordine di monitorare le situazioni di pericolo e intervenire tempestivamente.
Piattaforme di supporto online: Creazione di piattaforme digitali in cui le vittime possono trovare informazioni, assistenza legale e consulenza psicologica per affrontare le conseguenze della violenza subita. Anche perché spesso è la vittima a vergognarsi, l’approccio online potrebbe essere per i giovani una strada più facile per aprirsi.
Giochi e risorse educative: Creazione di giochi e applicazioni educative pensate per insegnare a bambini e adolescenti a riconoscere e affrontare situazioni di violenza di genere e promuovere il rispetto e l’uguaglianza. Perché ogni femminicidio nasce dalla mancanza di una adeguata educazione, dalla troppa indulgenza con cui si guarda a certi comportamenti, ad un ambiente sociale che invece di stigmatizzare spesso celebra l’aggressività.
Intelligenza artificiale: Utilizzare l’analisi dei dati e l’intelligenza artificiale per identificare i modelli di comportamento e le situazioni a rischio può offrire un ulteriore strumento per individuare le possibili “radicalizzazioni” e riconoscere i comportamenti premonitori. Ma questo è ancora un campo di ricerca e di dibattito, con risvolti etici e sociali da esplorare.
Ovviamente la tecnologia da sola non può risolvere il problema, ma potrebbe dare un valido aiuto.
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