Pomezia, al Museo Lavinium un seminario di ricerca sull’archeologia funeraria
Si è concluso nella giornata di ieri al Museo Civico Archeologico Lavinium un seminario di studi internazionale incentrato sull’antropologia e l’archeologia funeraria. A guidare il team di ricercatori il prof. Llorenç Alapont Martin, dell’Università Europea di Valencia, che lo scorso anno ha stipulato una convenzione con Pomezia per lo studio antropologico e archeologico delle sepolture rinvenute nella necropoli tardo antica della villa romana in via Siviglia.
La settimana di studi, oltre a concentrare l’attenzione su un particolare aspetto dell’archeologia, con uno studio mirato di alcuni degli scheletri conservati, è stata l’occasione per avviare l’analisi dei materiali che facevano parte del corredo delle tombe funerarie e dare vita a nuove collaborazioni con esperti del settore. La necropoli della Villa Romana di Torvaianica può essere datata tra il IV e gli inizi del V secolo d.C., la maggior parte delle sepolture erano della tipologia cosiddetta “alla cappuccina”, a cassa o in anfora, quest’ultima riservata prettamente agli infanti. Si è iniziato con il pulire, sistemare e catalogare 12 resti scheletrici, quattro dei quali, quelli maggiormente conservati, sono stati oggetto di ricostruzione e analisi. Questo tipo di studio permette di stabilire il sesso, l’età, le patologie, l’alimentazione di un individuo. Nell’analisi dei resti scheletrici i giovani archeologi hanno effettuato anche lo scavo di una tomba in anfora di un infante di circa 10-18 mesi, di cui non possiamo stabilire il sesso proprio per la giovane età. L’ultimo giorno del seminario è stato dedicato alla documentazione grafica e fotografica, in particolare ai rilievi fotogrammetrici che permetteranno, in un secondo momento, di ricostruire in 3d gli aspetti e le caratteristiche salienti del volto dei nostri antenati.
“Il Museo Archeologico Lavinium aggiunge al fascino del mito una storia ancora più seducente che si basa sul suo ricco patrimonio archeologico – dichiara Federica Colaiacomo, responsabile scientifica del Museo Lavinium – Auspichiamo di poter proseguire con tutto ciò che resta ancora da studiare, elaborare questi dati e inserirli in una mostra che focalizzi l’attenzione sulle sepolture, da quelle delle necropoli protostoriche, tipiche del rituale funerario del popolo Latino a quelle standardizzate e diffuse nel mondo romano”.
“Fiore all’occhiello del nostro patrimonio culturale, il Museo Archeologico Lavinium è una fonte inesauribile di conoscenza – spiega la vice Sindaco Simona Morcellini – Siamo onorati della presenza del Prof. Alapont Martin, che ha da poco concluso la sua settima missione di scavo a Pompei, nella Necropoli di Porta Sarno, in cui quest’anno c’è stata l’eccezionale scoperta della tomba di Marcus Venerius Secundio. La ricerca scientifica e la passione delle nuove generazioni di studenti sono motori indispensabili per la crescita culturale del nostro Paese”.
“Il seminario appena concluso rappresenta un’occasione importante per il nostro territorio – aggiunge il Sindaco Adriano Zuccalà – i cui risultati hanno dato modo di aggiungere nuovi dati alla lunga e importante storia di Lavinium, che arricchiranno la narrazione del percorso espositivo del nostro Museo Archeologico. Ringraziamo la responsabile scientifica del Museo, la Soprintendenza e il Prof. Alapont Martin per la grande occasione che stanno dando alla nostra Città”.
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