Il Polo Espositivo “ Juana Romani” accoglierà la preziosa collezione GASM
Il Polo Espositivo “ Juana Romani” accoglierà da Giugno in permanenza
La preziosa collezione GASM
creata dalla Dr.ssa Lucrezia Rubini ed oggi ospitata a Guidonia Montecelio
Per il Polo Espositivo “Juana Romani è un grande onore e un privilegio poter ospitare in permanenza la preziosa Collezione Gasm creata dalla Dr.ssa Lucrezia Rubini si tratta di opere di artisti contemporanei di indubbio valore. Attraverso uno scritto della curatrice conosciamo la storia della collezione.
La collezione del Gruppo degli Artisti del San Michele, iniziata nel 2006, raccoglie al momento più di cinquanta opere, di cui dieci della sezione internazionale, inserite dallo scorso anno. Sin dall’inizio, l’idea di offrire al pubblico la fruizione di una collezione privata aveva intenti di diverso tipo: di tipo morale, come impegno nel promuovere gli artisti, l’arte, la cultura in tempi di crisi, anzi, di vera e propria regressione; di tipo culturale, poichè la collezione GASM si fa portatrice e testimone della cultura, specificamente artistica, della nostra epoca tutta; di tipo sociale, in quanto un intento democratico la sottende nel cercare di avvicinare la gente comune all’arte, superando atteggiamenti pregiudiziali; di tipo politico, poichè gli enunciati proclamati sia nel Primo, sia nel Secondo Manifesto, che abbiamo elaborato, fanno appello ad una politica che promuova l’arte mediante scelte che trovino il coraggio di andare controcorrente; di tipo psicologico, in quanto la collezione, attraverso le proposte offerte dagli artisti che ne fanno parte, mirano a rendere consapevoli e far acquisire un atteggiamento critico nei confronti della realtà, di cui forniscono chiavi inedite, ovvero una sorta di life coaching; di tipo educativo, nell’ottica del life long learning, ovvero educazione alla vita e per tutta la vita, in quanto l’arte offre sempre una chance, e una risorsa dalle potenzialità infinite, per la crescita dell’Uomo di tutti i tempi e per tutto il suo breve tempo umanamente possibile. Questi sono i principi che hanno informato la nostra azione sin dall’inizio. La collezione è privata, in quanto essa nasce dal rapporto di stima e affetto reciproco tra un gruppo di artisti, e un critico d’arte, che condividono il difficile percorso dell’arte; di gratitudine da parte degli artisti nei confronti di quel critico
e di accoglienza da parte di questo e di un gruppo di appassionati d’arte, che a loro volta credono nella sfida di una politica di promozione della cultura e dell’arte in Italia. Ma la collezione è stata concepita sin dalla sua costituzione per essere destinata alla fruizione pubblica e con questo scopo è stata impostata. Ovvero, le
opere sono state scelte come destinate ad una collocazione museale, non come opere da salotto, opere da “vaso di fiori”, come ribadito nei manifesti elaborati, ma opere che avessero intrinsecamente un valore universale e fossero espressione non dei gusti di un cultore dell’arte, ma che rispondessero, per quanto possibile, ad una weltanschauung universale e atemporale. Da queste affermazioni di principio sono derivate scelte contenutistiche, stilistiche, persino tecniche specifiche, per opere che fossero non ingenuamente mimetiche, ma in grado di proporre codici inediti per ricodificare, rivedere, reinterpretare, reinventare, riscoprire, riconoscere, ricostruire la realtà che è davanti ai nostri occhi, per fornire chiavi di lettura inedite e salvifiche, che andassero “oltre” tale realtà, verso il primordiale, il mito, il simbolo, il pensiero, l’intangibile, l’indicibile, l’ineffabile. Opere di questo tipo dovevano essere astratte, informali, futuristiche, espressionistiche, surreali, metafisiche, didattiche, concettuali e avvalendosi di tecniche tradizionali, come la scultura a tutto tondo, il rilievo, la coroplastica, l’olio su tela, la tempera su tavola, oppure più all’avanguardia come le combustioni, il collage, l’assemblaggio, e persino sperimentali come le ruggini,
l’uso di collanti, poliuretano espanso, e sostanze chimiche lasciate agire su superfici preparate. La collezione GASM annovera già, in nuce, tutte le principali espressioni artistiche elaborate nel corso del Novecento, e successivamente riprese e sviluppate nell’ultimo decennio. Pertanto essa non soltanto offre una panoramica completa e preziosa sulle avanguardie, ma soprattutto ne offre l’interpretazione dell’ultima generazione
di artisti interpreti del contemporaneo, proiettandosi, così sui potenziali sviluppi futuri, sulle tendenze propulsive, e non mode effimere, dell’arte. Ogni artista ha prodotto opere originalissime, frutto di riflessione e di ricerca sperimentale, che testimoniano solo una fase del percorso dell’autore, sempre complesso e in itinere. Potremmo individuare, per grandi linee, diversi filoni di ricerca, riconducibili alle principali correnti artistiche dell’Avanguardia e della Trans-avanguardia. E’ impossibile incasellare sistematicamente tutte le correnti rappresentate nella collezione: se un congruo gruppo di opere può essere collocato in una definizione
genericamente astratta, come quelle di Alviani, Berry, Bibbò, Cordasco, Crocco, D’Orazio, Di Lorenzo, Di Trani, Inin Gamat, Germondari, Impallara, Lopes, Menenti, Morana, Pepe, Pompeo, Ponti, bisogna poi individuare tra questi i diversi orientamenti verso un astrattismo lirico, oppure concreto o informale. Allo stesso modo opere che potrebbero essere ricondotte al Surrealismo, come quelle di Borges Reyes, Cerbone, Pantano, Scandurra o Mele, ne propongono poi una declinazione talmente personale, indice di un sistema filosofico individuale talmente ampio, che il riferimento alla corrente artistica “classica” ne costituisce
una labile traccia mnestica. Un filone espressionistico può essere individuato nelle opere di Calabria, Miglietta, Starp, Uyanusta, mentre suggestioni metafisiche possono essere lette nella figuratività “incantata” di Marchetti e Peter. Ci sono opere, poi, in cui la grammatica degli elementi realistici, pure riconoscibili,
viene sconnessa per mutilazioni di membra disejecta, per dislocazioni, deformazioni, moltiplicazioni modulari, scomposizioni; è il metodo estetico-procedurale di Bianchi, Campagnuolo, Carloni, Cerbone, Chemali, Crescenzi, Dumitru, Duris, Iannotti, Nanni, Santolamazza, Sevi. Sul piano più strettamente tecnico si potrebbero poi includere nell’ambito dell’Arte Povera, per l’uso di ready-made o objets trouvé, le opere di Bianchi, Carloni, Dehais, Dumitru, Fava e persino i collages recuperati da vecchi incunaboli di Chemali, i
polimaterici di Lopes o i “ferri” di Impallara. Infine De Melo Santos occupa un posto a parte per il suo originalissimo linguaggio, che si muove tra il graffitismo e i cartoon e, pertanto, si può ricondurre ad una
rielaborazione della Pop Art2.
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