Politici monticiani del dopoguerra – Ulderico Pitolli – 4
Negli anni Settanta fa parte del Consiglio di Amministrazione dell’Istituto Cartoni di Rocca Priora insieme all’amico Elio Nardella. L’ospedale è in decadenza: poche attrezzature, scarsa manutenzione. Sostenuto dal direttore sanitario Mastrantuono cerca di dare un assetto nel campo amministrativo e nel termine di pochi mesi crea reparti di cardiologia e di analisi, migliora quelli di pneumatologia, di radiologia e di medicina generale. Cura in modo particolare la cucina con impianti più moderni ed igienici. Sistema la parte esterna dell’edificio creando comodi e ampi parcheggi. Dal ’70 al ’75 è di nuovo assessore con il sindaco Rodolfo Villa. Contemporaneamente lavora nell’ambito scolastico come dirigente del Patronato nella periferia di Roma.
Negli anni Ottanta fa parte della commissione Invalidi Civili con sede in Viale Ostiense, che analizza le pratiche di pensione e di accompagnamento. È dipendente della Regione Lazio e svolge il suo compito di responsabilità fino alla fine della sua attività lavorativa. Segue la vita politica negli anni Novanta come collaboratore e consigliere fidato, rifiutando cariche specifiche, ma sempre attivo e presente in ogni discussione. Poi, quando la politica assume un altro significato, si fa promotore per dare un nuovo aspetto al vecchio partito, ma trova poco interesse. Alcuni iscritti danno vita ad altri partiti, altri seguono i partiti di sinistra. È un periodo confuso. Nel 2003 ricorre il 50° del suo matrimonio, una data molto importante che non vuole dimenticare, una data da festeggiare proprio nella città di Napoli, dove ha trascorso i giorni più belli della sua giovinezza. La cerimonia si svolge nella parrocchia dei Padri Pallottini al “Vomero” presieduta dal sacerdote Don Vittorio Missori, suo alunno delle scuole elementari di Monte Compatri. Nella bellezza dei luoghi Ulderico conclude la festosa giornata insieme ai familiari e alle persone care. Nascono nuovi partiti con indirizzi diversi.
Avrebbe voluto ancora darsi da fare, ma il problema della vista frena il suo spirito. Segue la vita politica di Monte Compatri commentando i vari problemi; non si abbatte, è attivo e presente in ogni manifestazione della vita. Così, nel 2007, favorisce la costituzione della sede locale del partito Democrazia Cristiana per le Autonomie e ne suggerisce la dedica a Guido d’Orazio: la DCpA è quella parte della vecchia DC che ha mantenuto la sede di piazza del Gesù, e riesce determinante per la vittoria delle elezioni di Monte Compatri. Discute con tutti, con i simpatizzanti e con gli avversari politici, anche animatamente, ma nel suo cuore non regna odio. Vive di ricordi, di nostalgie. Ricorda spesso la politica con le sue battaglie, ricorda i giorni tristi e quelli belli pieni di soddisfazioni, la vita attiva nel comune, nella provincia, nella regione, a scuola e in ultimo, al termine della sua vita, resta solo ricordo del “bene”. E quel “bene” impresso nella mente torna ed è così forte che ripete continuamente: “Giovanni aiutami!”. Ma chi è Giovanni? È un povero artigiano, padre di sette figli, il quale gli si rivolse per risolvere un problema elettrico nel suo modesto laboratorio. Ulderico si diede da fare e accontentò l’operaio senza tener conto delle diverse idee politiche. Ora ci si pone una domanda alla quale è difficile dare una risposta: “Perché un piccolo bene, compiuto nel tempo, riaffiora nella mente in alcuni momenti particolari della vita?”. È il bene il filo conduttore che alimenta e dà energia, che, alla fine, dà la forza e la serenità per affrontare l’ultimo viaggio con la certezza di aver acquisito qualche merito per essere ben accolto nell’altra Casa. (fine)
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