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Politici monticiani del dopoguerra – Ulderico Pitolli – 1

Politici monticiani del dopoguerra – Ulderico Pitolli – 1
Febbraio 10
10:07 2012

pitolli1Ad oltre un anno dalla sua scomparsa, è opportuno approfondire la biografia di uno fra i più importanti politici monticiani del dopoguerra: Ulderico Pitolli. Una persona degli anni ’20, reduce di prigionia, che ha collaborato per la ricostruzione del proprio paese devastato dalla seconda guerra mondiale. Una persona valida e responsabile che eredita dalla famiglia doti particolari: la fermezza e l’onestà del padre, l’amore e la bontà della madre. Ha la passione della politica, il suo obiettivo è il bene del prossimo, quel bene che riemerge negli ultimi giorni della sua vita.

 

Ulderico Pitolli nasce il 15 luglio 1921 a Monte Compatri, penultimo dei sette figli di Augusto e di Mevi Emerenziana, proprietari di piccoli appezzamenti di terreni e di un modesto fabbricato che si affaccia sulla piazza principale del paese, in Via Massimo D’Azeglio.

Trascorre la sua infanzia serenamente, seguito amorosamente dalla sorella maggiore “Nannina” che in quegli anni termina gli studi d’insegnante elementare.

Di carattere allegro e vivace, si diverte a giocare con i bambini del vicinato nello spazio attiguo alla sua casa o per la strada, libera da ogni pericolo. Ma un giorno, curioso, sperimenta la reazione del carbonio, lasciato incustodito nei pressi della stazione; accende un fiammifero e all’istante scoppia il barattolo contenente l’esplosivo colpendolo al naso. Frequenta le scuole elementari di Monte Compatri sotto la guida del maestro Albenzio Luzi. A undici anni entra nel seminario di Frascati e frequenta il ginnasio a Capocroce, poi da esterno segue gli studi classici a Villa Sora, dove trova validi insegnanti che completano e rafforzano il suo carattere.

Si iscrive all’Azione Cattolica di Monte Compatri, fa parte della filodrammatica guidata da Don Giuseppe Sala. Partecipa alle prove con impegno e interesse per dare piacevoli manifestazioni settimanali nel teatro parrocchiale. Prepara, con la collaborazione degli iscritti, operette, scenette, farse, divertimenti che attirano molti spettatori, desiderosi di trascorrere serenamente qualche ora della giornata. A quei tempi l’unico vero passatempo ricreativo è il teatro, mentre i più preferiscono ritrovarsi nelle cantine, nelle “bettole” dove si beve, si canta, si gioca a morra fino a tarda notte. Questa è la vita del paese prima della guerra, una vita semplice e modesta.

Nel 1940 Ulderico sostiene gli esami di insegnante elementare e contemporaneamente frequenta l’università di Napoli, iscrivendosi alla facoltà di Scienze Coloniali. Il suo sogno è svolgere l’attività politica e scolastica nelle colonie dell’Africa Orientale.

Sostiene molti esami con sacrificio, lontano dalla famiglia, ma il suo carattere allegro e spensierato gli permette di superare ogni difficoltà.

Studia lingue straniere: arabo, berbero ed altre, annotate nel suo libretto universitario. Giunto quasi al termine degli studi, la guerra distrugge il suo sogno, il suo ideale. Nonostante il rinvio universitario è richiamato per servire la Patria. Parte con la dicitura ironica “volontari del ’21”, termine stabilito dal fascismo, cui nessuno può sottrarsi.

Frequenta il corso degli allievi ufficiali a Caserta, Aquila, nei pressi di Bologna e a Brescia, e alla fine riceve l’incarico di istruttore dei mezzi pesanti. (continua)

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