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Politici di valore per la politica (non mea culpa insensati)

Politici di valore per la politica (non mea culpa insensati)
Maggio 31
11:37 2023

Mentre l’Europa marcia a destra come prevede, in ogni caso, una alternanza democratica seppure ridotta a due poli a causa del sistema elettorale, avanzano le ricette per ‘rimediare’. Una fra le più divertenti, forse di un politico nostrano: bisogna occuparsi di problemi reali invece di ragionare ideologicamente. Ma và… Così, in pratica si sta dando la patente di ‘fattivi e concreti’ alle destre e ‘fumosi e inconcludenti’ alle sinistre. Da ogni schieramento, se si decide di lavorare bene, risultano personaggi fattivi, con una concretezza diversa secondo l’idea di società che si ha, idea che è vocabolo diverso da ideologismo, il quale non fa che astrarre ai massimi livelli l’idea, a volte senza confrontarsi col reale, ma anche qui occorre distinguere: fra chi è capace di ragionare anche in termini moderatamente utopici e chi non lo è per mancanza d’orizzonte, o perché non ha interesse a farlo considerando ‘avaramente’ quel che c’è e si vede, poiché si sa che nella costruzione di qualsiasi realtà politico/partitica occorre, invece, anche avere uno sguardo al futuro e a scenari nuovi, (oltre il fatto che stando al potere varrebbe la regola del considerare le idee di tutti i cittadini, anche di quelli che non ci hanno votato, poiché la democrazia esclude gli assolutismi, ne abbiamo visti anche di europei ispirati a Napoleone).

Ma mettiamo che in questo momento non si abbia bisogno di utopia, e non è così. Ogni schieramento ragiona sugli stessi temi: lavoro, fiscalità, salute, denatalità, problemi del territorio in rapporto al clima, pensioni, ma ogni schieramento politico lo fa col proprio sguardo che, una volta in posizione di potere, può diventare un cannocchiale pericoloso attraverso il quale scrutare solo i punti interessanti tralasciando il paesaggio. Riguardo a natalità, idea di famiglia e fiscalità già si vedono gli effetti dello sguardo delle destre. Risultati ottimi per molti e nefasti per altri, tutto il resto seguirà. I politici che stanno dalla parte ‘perdente’ e invece di guardare giorno per giorno ciò che accade, cercando contromisure quando i partiti di governo esagerano nel credersi protagonisti d’una monarchia assoluta invece che d’una democrazia moderna, facendo a questi,  quindi, una opposizione ragionata con un orizzonte aperto al futuro, ma scelgono di battersi il petto perché non hanno intuito in tempo quel che volevano gli elettori di destra che poi hanno, giustamente, votato i programmi di destra, francamente, fanno ridere (se non ci fosse da piangere).

Invece di guardare ad una supposta concretezza delle destre, prima che questa divenga protervia (o violenza, a volte, nei confronti di pezzi di comunità che si vedono calare addosso più di una scure sotto forma di legge dello stato), meglio guardare alla migliore concretezza di sinistra, ampia e includente, come si dovrebbe fare, se l’errore sta nel voler assomigliare ai vincenti solo perché hanno vinto.

Quella odierna non è una vittoria totale, altre idee ancora esistono e resistono, sono i politici di non particolare valore che, davanti alle molte sfide in campo, difficili, tortuose, richiedenti resistenza e capacità di ragionare, dovrebbero fare un passo indietro e ritirarsi. Il populismo dilagante, non ancora finito, ha raccontato che i politici di mestiere guadagnavano troppo e che tutti avrebbero potuto sedere in parlamento, o nei consigli comunali, bastava passione, o saper arringare la folla, ma una volta provato che non è così (e quando mai lo è stato?) occorre farsi avanti solo con i numeri giusti poiché l’improvvisazione di alcuni non fa che confermare nei loro ruoli ‘a vita’ i politici competenti e pervicaci, e/o ‘semplicemente’ molto ben attrezzati economicamente e con ottime reti relazionali.

Fino a qualche anno fa gli errori politici, se scoperti, venivano ammortizzati da una società un poco più coesa in un sistema economico meno traballante, in un paese un poco più sano anche dal punto di vista dell’ambiente: oggi non fare o fare male può avere un riscontro molto più visibile, più immediato, in termini di avanzamento delle povertà, di disastri naturali esagerati dall’incuria e avvantaggia la rabbia di coloro che ritengono che molto si possa risolvere con gli estremismi e la violenza.  (S.G.)     

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