Politica italiana: quando il Bue dice “cornuto” all’Asino
La politica italiana è un mantra giornaliero che si ripete su tutti i telegiornali e giornali. Un vero e proprio martellamento che si ripete all’infinito da un’elezione all’altra, valida per tutte le forze politiche a seconda dell’azione che rivestono: governo o opposizione.
– I cittadini chiedono nuove elezioni: quali cittadini?
– Esiste una nuova maggioranza uscita dalle elezioni amministrative: si cambia il parlamento ogni cambio di comune o regione?
– Il loro interesse è solo l’attaccamento alla poltrona: chi lo chiede pensa di porre al governo ed i ministeri persone terze e non loro stessi?
– Non si dimettono hanno paura di perdere stipendi e privilegi: forse sbaglio ma chi lo chiede è in parlamento da decine di anni, non mi sembrano intenzionati a lasciare la poltrona?
– La maggioranza non fa che litigare fermando i lavori parlamentari: forze diverse hanno idee diverse, insieme “dovrebbero” lavorare per i cittadini e non per i propri partiti, inoltre non sembra che le presenze dei parlamentari sia come i lavoratori delle industrie, fosse anche solo per 40 ore settimanali, le sedie parlamentari sono più spesso vuote che occupate.
– L’economia è in stagnazione, si perdono posti di lavoro, le aziende chiudono: non mi sembra una novità (lo sarebbe l’inverso), da qualche decennio ci portiamo questo fardello non mi risultano governi che abbiano procurato una “svolta” nell’economia, risolto problemi delle aziende che chiudono o delocalizzano, o creato qualche milione di posti lavoro a “tempo indeterminato”.
Nella famigerata “prima Repubblica” (personalmente non la rimpiango) maggioranza ed opposizione si confrontavano con idee e proposte alternative di governo orientate ad uno sviluppo sociale legato agli indirizzi ideologici dei partiti. La frammentazione dei partiti portava obbligatoriamente a coalizioni in grado di procedere in un’azione di Governo, le opposizione proponevano alternative. I Governi cambiavano anche nel giro di qualche settimana. Siamo passati alla seconda, terza e forse quarta Repubblica, è cambiato qualcosa?
Una differenza è evidente, allora i partiti si ispiravano ad una ideologia molto radicata nella società civile, oggi si ispirano agli interessi individuali o di appartenenza.
Martini Gelsino
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