Politica in pillole – gennaio 2013
Fiuti. Dalla “Politica in pillole” di settembre 2012: Profumo. Si sente profumo di elezioni. E Monti diventa ottimista all’improvviso, e Passera dice che bisogna abbassare le tasse, e Fornero aggiunge “meno tasse sul lavoro” … Grandi sarti: la politica su misura. E infatti l’abito cambia.
Fine 1. Insomma questo Governo ‘tecnico’ si va screditando proprio alla fine. Proprio come un commensale di lusso che alla fine di un pranzo di gala beve il caffè col risucchio. Sarà un caso se una delle persone più valide (stavamo per dire serie, ma non lo diciamo), il Ministro Barca, afferma che «farà conoscere il suo eventuale futuro politico solo dopo che avrà smesso di governare ed avrà passato il testimone al suo successore»?
Fine 2. Peccato, anche la Liguria ha fatto una brutta fine: è passata da La guerra di Piero di Fabrizio De Andrè, alla ‘guerra’ del famigerato Piero Corsi.
Imparzialità. Non si sa più dove stia di casa. I tecnici vogliono diventare politici, i pubblici ministeri vogliono diventare politici, i partiti, da destra a sinistra li accolgono a braccia aperte. Dicono che non possono essere privati dei diritti costituzionali, tra cui quello di candidarsi. È vero, ma sfugge l’importanza fondamentale (come la Costituzione) di un termine con l’accento sulla a: opportunità. Se diventa opportunismo crolla il castello.
Metafore. Si stanno adattando al livello della confusione politica. Così si gioca su ‘salire’ o ‘scendere’ in politica, su salire o scendere di rango. L’unica non presa in considerazione è quella di mettersi ‘fuori dai ranghi’.
Formiche. Sono lavoratrici, previdenti e risparmiatrici – pazienza se lo fanno coi risparmi degli altri. Occorre solo stare attenti a non farle conoscere lo zucchero: ti invadono la casa.
Polverone. In realtà la casella si doveva chiamare “elezioni”, ma rimaneva vuota, ed entrava solo un grande polverone. Aspettiamo che passi.
ONU. Tra le tante rivoluzioni che si invocano, una sembrerebbe assolutamente necessaria: la rivoluzione (il termine riforma, per esperienza, lascia il tempo che trova) dei principi e dell’organizzazione dell’ONU. Certamente un consesso della Nazioni è comunque utile per i vari ‘cuscinetti’ e i piccoli passi della politica – vedi la Palestina ammessa come ‘osservatore’ – ma la situazione mondiale richiede interventi veloci ed efficaci. Come si fa a spegnere gli incendi con lo zampilletto delle pistole giocattolo? La Siria, la Nigeria, l’Egitto … ci chiedono squadre di pronto intervento a sirene spiegate. Bisogna istituirli i ‘Vigili del Fuoco’ dell’ONU, altro che chiacchiere. Se no si fa la fine dell’Europa: è così zoppa che è buona solo per poltrone o spread, a scelta.
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