Politica in pillole – dicembre 2012
Volpe 1. Grillo (sulle primarie del centrosinistra) parla di primarie dei folli e di buffonata. Mi sa che Fedro già lo conosceva. Quando la volpe non può arrivare all’uva …
Volpe 2. Lo stesso capo del M5S dice anche che primarie (e forse anche elezioni, allora) sono inutili perché il posto sarebbe ‘occupato’ da Monti, e via con la solfa. È un desiderio furbo, così potrebbe prosperare e continuare ad alzare invettive. Mentre un esercizio democratico ed un forte governo politico toglierebbe molto spazio a lui e al suo avvocato ‘licenziatore’.
Pentole. Pullman di anziani ignari alla riunione di Gianpiero Samorì neo candidato alle fantomatiche primarie PDL. Di solito in queste riunioni vengono presentate pentole, lì Samorì. Se pensa di ‘smaltarsi’ bene in questo modo …
Onesti. Angelino Alfano, sempre a proposito di ipotetiche primarie, dice che non si devono candidare gli inquisiti (e ovviamente i condannati). Quando si accorge di averla fatta grossa se ne esce con la capriola di ‘Silvio perseguitato’.
DASPO. A proposito: il Ministro dell’Interno Cancellieri propone di estendere il DASPO (divieto di accesso alle manifestazioni sportive per tifosi pericolosi) anche ai dimostranti violenti. Si può essere d’accordo, a parte l’enorme difficoltà di realizzarlo in spazi aperti; ma vorremmo una estensione a parlamentari pluricondannati e anche a quelli che, incensurati, sono violenti solo a parole, perché adoperano armi improprie e gravi nella loro posizione.
Ahi! Si scopre qualche frizione tra il Presidente Napolitano ed il Premier Monti sul futuro politico o meno di quest’ultimo. Della serie “Per non farci mancare nulla”.
Gradi. Si tenta, con evidenti scopi mirati, di infilare in un decreto che riguarda tutt’altro un quarto grado di giudizio. Una SuperCassazione di comodo (osserviamo che oltre ai tre, sottolineiamo tre, gradi esiste la Revisione ed altri rimedi giudiziari o meno, quali la Grazia ecc …) che serva per lo meno ad allungare il brodo. Proponiamo invece un cambio della Costituzione. Si potrebbe introdurre un articolo così: “I gradi di giudizio sono tanti quanti bastano ad assicurare l’immunità a Tizio, pardon a Sizio”.
Gay. Che pena speculare sulla morte. Il suicidio di Andrea ha sollevato interrogativi maliziosi o razzisti in senso lato ed anche animati da civili intenzioni: era o non era gay, una legge sull’omofobia, tante volte colpevolmente respinta, poteva salvarlo? Forse il discorso è un pochino più ampio: si tratta di mettere nella capoccia della gente che la diversità (anche quella di essere solo sensibili o fragili) è essa stessa un valore, diremmo in senso biologico, di crescita. Occorre ingentilire il mondo, non vituperare i fragili.
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