Politica in pillole – aprile 2012
Miliardi. Giusto e comprensibile lo scrupolo di amministrare bene le risorse. Ma l’uscita inelegante sulla “paccata di miliardi” crea qualche confusione. Non capiamo bene se i soldi ce li mette la ministra di suo, o tutti gli italiani come al solito.
Professore 1. Il professor Monti fa benissimo a destra e a manca, almeno per ora. Ci pare che ogni tanto dimentichi di mettere qualche noterella agli alunni-ministri, diventati un po’ vivaci dopo il timore reverenziale dei primi giorni.
Professore 2. Dice «se il Paese non è pronto, potrei lasciare». Come dire: se tutti gli studenti non sono delle cime, vado via da scuola. Comodo. Noi avevamo creduto che avrebbe tenuto lezione normalmente a tutti, magari adoperandosi anche in qualche sostegno.
Euforia estera. Perché i nostri politici quando vanno all’estero diventano loquaci come ciclisti in gita senza i freni ‘consortili’?
Quid. Il Cavaliere ci rivela che ad Alfano manca un (o il) quid. A prescindere dal discorso della culpa in eligendo, possiamo essere d’accordo. Gli manca proprio il quid per svincolarsi dal ‘Direttore’ ed andare a discutere di Rai o Giustizia, ad esempio.
Lavoro. Mercati e lavoro e mercato del lavoro. Siamo sicuri che i mercati apprezzeranno di più la rottura che non un accordo leggermente al ribasso? Intanto i tempi si allungano, il provvedimento non c’è e i mercati ballano. Non pare una furberia.
Cerchio e botte. Dio ci guardi dalle questioni di principio, soprattutto se non sono proprio tali. Il grande lavoro sulla ‘questione del lavoro’ è andato in fumo per l’intransigenza reciproca di sindacato e governo; con i partiti spettatori in posizione interessata o disinteressata secondo il gradimento. A farsi i dispettucci si può fare la fine della famosa moglie.
Monnezza e ricchezza. Sommessamente suggeriamo al governo, tra i tanti voli d’aquila e gli annunci televisivi, di occuparsi anche degli scarti. È indispensabile e può essere una ricchezza come dimostrato in molti casi, basta guardare. Magari ci può essere uno scatto d’ingegno e l’uscita dai soliti clichè e refrain. Suggeriamo, sempre gentilmente, tre semplici linee guida da uomini semplici: riciclo solo di elementi facilmente riciclabili (senza troppa dispersione di energia), il resto tutto in discarica; discariche in luoghi non antropizzati (ce ne sono, hai voglia se ce ne sono) con enorme aumento della pace (e salute, ovviamente) sociale; procedimenti idonei – inceneritori, impianti termici e per concimi o altro – che trasformerebbero i soffocanti rifiuti in ricchezza per tutti. Le difficoltà logistiche per gli impianti si possono risolvere; in fondo gasdotti ed oleodotti non sono proprio gratuiti; e poi ci sono ponti, expo, gran premi ecc. a cui si può volentieri rinunciare per guardare la luna, non il dito.
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