Politica in pillole
Incompresi. Questo governo, per ora agonizzante, è nato già ‘babelico’: chi lo chiamava di scopo, chi di larghe intese, chi di pacificazione. Ha vinto l’incomprensione.
Soldati. Che si giocavano a dadi le vesti del Cristo. È l’immagine che suscitano i nostri parlamentari. Crocifissi ci sono circa sessanta milioni di cristi.
Resurrezione. Primo ottobre, tarda serata. Pare che il governo domani risorgerà. Se il partito del vostro cuore ha vinto brindate con Stock, se ha perso consolatevi con Stock. La politica minuto per minuto torna dopodomani.
Rivoluzione. Si sente il bisogno di aria nuova, di svincolarsi da falchi, colombe e girandole varie. Perciò, sorvolando sulla pochezza della maggior parte degli attori politici sulla scena e sulle argomentazioni fumose e fumogene, vorremmo parlare seriamente del contropiede rivoluzionario che la Chiesa sta operando nei confronti di politica e società civile, imballate come non mai. Si assiste ad uno scambio di ruoli impensabile fino a qualche mese fa. Politici ‘fideizzati’ in favore di varie divinità terrene, e il Papa che svolge uno speciale ruolo di ‘supplente’ laico-politico. I suoi recentissimi interventi in interviste di largo respiro e la sua attività decisionale all’interno del Vaticano confermano una svolta epocale. È un ritorno alle origini della dottrina cristiana che ha anticipato di quasi due millenni i grandi temi del rispetto della persona, dell’uguaglianza e della solidarietà che poi, con un salto temporale enorme, saranno propagandati dalle teorie rivoluzionarie del secolo scorso. Così viene attenuato lo sconcerto di scoprire che i politici trastulloni hanno delegato a Papa Francesco il compito di occuparsi del lavoro dei giovani e dell’assistenza non solo materiale degli anziani, di dire che il liberismo sfrenato rende più deboli i deboli e più forti i forti, di prospettare importanti aperture alla modernità, di indicare come non sia difficile cambiare registro nell’amministrazione di una grande Istituzione. Dunque spetta al Papa di essere, in senso pratico non a parole, più laico dei laici, di fare, mutatis mutandis, il buon samaritano. È un punto fermo fondamentale in questo marasma.
Marasma. Due ottobre, primo pomeriggio. Dopo accelerazioni e frenate, dimissioni fasulle e spaccature controllate, ed una indegna sceneggiata in Aula, il Governo ha di nuovo la fiducia. L’hanno irrimediabilmente persa tutti gli altri fuori da quell’aula.
Lutto. Le notizie del tre ottobre ci obbligano a riaprire la rubrica. La cronaca tragica e sconvolgente già si conosce. Il minimo è che anche la nostra rivista sia in lutto, e che anche noi ci sentiamo immigrati e lampedusani. Aggiungiamo una provocazione buttata là: perché tra le tante commissioni non si inventa una commissione per la creazione di un comunismo globale illuminato? Comunismo più cristianesimo (quelli puri, senza dittature relative). Utopie, chiacchiere? Può essere, ma volendo … E c’è sempre un inizio, una tensione, un sogno a combattere la realtà.
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