Notizie in Controluce

( http://www.repubblica.it/2009/10/sezioni/cronaca/mafia-10/resa-dei-conti-1/resa-dei-conti-1.html ), pubblicata in data odierna. I media italiani, eccetto il quotidiano “La Repubblica”, sono decisamente intimoriti quando pubblicano articoli relativi ai rapporti fra mafia e politica. Mentre i telegiornali attribuiscono a tali notizie scarso rilievo, come se non fossero gravi e importanti, i quotidiani riportano notizie asettiche, anche quando riguardano dichiarazioni di pentiti attendibili nell’àmbito di procedimenti giudiziari. E evidente la strategia di chi controlla e manipola l’informazione, che non appena si diffondono tali notizie, replica con immediate querele, sottoponendo giornalisti e media a spese legali e rischi di condanne, come se informare corrispondesse a diffamare. La guerra legale coinvolge anche i media stranieri e fa leva su una posizione di strapotere: da una parte vi sono fondi illimitati, per le aggressioni legali, mentre dall’altra ci si espone pesantemente e in modo oneroso, senza una tutela sufficiente. Il nostro gruppo fa quanto possibile per divulgare nell’Ue e in campo internazionale quanto accade in Italia: la crisi della democrazia, le infiltrazioni mafiose, il sostegno istituzionale ai movimenti razzisti, le minacce ai testimoni di azioni illecite da parte di personalità politiche, le continue violazioni al diritto di informazione. Si tratta di una strategia che ha radici ormai vecchie: quanti, fra gli italiani, hanno potuto ascoltare, per esempio, l’ultima intervista a Paolo Borsellino( http://www.youtube.com/watch?v=DN9iM-7DSlo ), in cui l’eroe anti-mafia parla chiaramente dei legami fra criminalità organizzata e politica? Ben pochi, perché i media italiani hanno attuato una stretta censura, riguardo a tale documento. E non a caso, nessun rappresentante istituzionale era presente alla recente commemorazione del martirio del magistrato palermitano. E’ un errore evitare di parlare e scrivere di mafia, perché si tratta di un male che avvelena la società italiana impedendole di crescere, di sviluppare ideali di civiltà e di consentire alle nuove generazioni di comprendere i valori dell’onestà, della vera legalità, della solidarietà reciproca. L’impegno de “La Repubblica” è per noi fondamentale: ci sentiamo meno soli e coltiviamo ancora, impegnandoci in un quotidiano e nonviolento patriottismo costituzionale, la speranza che un giorno si arriverà a un cambiamento. Ecco perché vi ringraziamo sentitamente e teniamo a farvi sentire la nostra vicinanza e la nostra solidarietà. Roberto Malini, Matteo Pegoraro, Dario Picciau – Gruppo EveryOne