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Poeti, santi e navigatori satellitari

Marzo 18
07:33 2011

Alle diciannove e zero zero ricevo in ufficio la telefonata di Samantha, puntuale e fastidiosa come una sveglia alle sei e zero sette.

– Pronto?
– Ti sbrighi? Ti sto aspettando.
– Sì, solo un minuto; controllo sull’agenda gli appuntamenti di domani e arrivo.
– Vedi di sbrigarti allora, dobbiamo andare a cena dalla Patty.
Verifico sull’agenda che l’indomani ho una riunione con i fornitori, un appuntamento col commercialista e, nel pomeriggio, la presentazione della nuova campagna stampa. Purtroppo non c’è traccia di un appuntamento galante con una donna che non sia Samantha. E’ vero che l’idea di tradirla mi disgusta, però a bloccarmi è più il fatto di andare contro i miei stessi principi morali che quello di fare del male a lei.
– Egocentrica! – penso tra me.
Afferro le chiavi del mio Cayenne e parto sgommando, sono già in ritardo e di sentire lamentele e piagnistei lunghi come i venti chilometri che mi separano dalla casa in campagna della Patty proprio non mi va.
Appena esco dal parcheggio si affaccia sul parabrezza qualcosa che mi lascia a bocca aperta. Non è una multa per divieto di sosta e nemmeno un lavavetri polacco particolarmente attraente.
E’ lei, la luna.
Piena di sé senza essere arrogante, un viso splendente senza l’aiuto del phard, custode omertosa dei sogni di ciascuno.
Mi vien voglia di salutarla, è vero che ci conosciamo da tanto tempo ma la verità è che nessuno dei due si è mai preso la briga di porgere per davvero la mano verso l’altra, come si fa tra persone che si rispettano.
– Ciao luna – le dico – come sei bella stasera!
Lei non si scompone, è l’unica donna al mondo anzi , nell’universo, che può fare a meno del complimento di un uomo. Questa è classe!
Faccio una curva a sinistra e non la vedo più, persa tra gli alti alberi che costeggiano il parco dell’Olgiata.
Volto la testa a destra per recuperare il contatto ma quasi vado a scontrarmi con un’utilitaria guidata da una signora anziana che mi suona contro il clacson e mi manda affanculo.
Esco dal bosco e lei si riaffaccia a me, maliziosa e birichina.
– Eccoti!
Mantengo il contatto visivo per più di tre secondi e questo, come è scritto sui manuali di seduzione, è un chiaro segnale di interesse reciproco.
Sono distratto dal traffico del rientro e la perdo ancora. Lei è da qualche parte, la sento vicina eppure lontana, la cerco e non la trovo.
– Luna! – urlo – sei brava a farti desiderare ma ti prego, torna!
Fortuna che ho un Suv che mi permette di stare un po’ più in alto rispetto agli altri automobilisti e segare così quei tre o quattro centimetri dai centomila milioni di chilometri che mi dividono dal suo tenero abbraccio.
Guido sobrio ma sono ubriaco lo stesso di emozione, di sensibilità, di voglia di vivere.
Ho un tasso di romanticismo tre volte superiore al normale e se mi fermasse la Polizia, mi toglierebbe dieci punti dalla mia patente di cinico.
Dopo una rotatoria la rivedo e adesso non posso più nascondermi dietro il volante e lei, dopo aver giocato con me a nascondino nell’universo infinito, si ferma e ascolta.
– Luna, sei la donna più bella che abbia mai visto; il tuo sguardo mi imbarazza senza giudicarmi, la tua luce mi irradia e mi sostiene nelle notti più cupe. Ho sempre più voglia di te e, guarda, farei anche a meno del sole per averti ancora qui, nuda davanti a me. Io, Luna, ti amo.
Tra me e lei non c’è contatto fisico, solo spirituale. Una comunione d’intenti che mi irradia l’anima come non era mai avvenuto prima e questa prima volta con una Luna vergine mi catapulta in un orgasmo metafisico dove io, il mio seme, anziché spargerlo lo sento nascere dentro. Dopo questa confessione e dopo aver fatto l’amore con la luna non mi sento un verme per aver tradito Samantha e i miei rigidi principi morali sono intatti.
Però mi sono perso; sono bloccato su una strada sterrata che non ho mai percorso, lontano anni luce da casa mia e da quella di Patty.
Eppure non ho bisogno di navigatori satellitari che mi indichino la strada per tornare.
E’ infatti una di quelle sere in cui hai la sensazione che niente di brutto ti potrà succedere perché senti che vicino a te c’è qualcuno che ti protegge come e meglio di un santo, tu che dopo una giornata di lavoro smetti i panni da dirigente e indossi quelli di poeta.
E con un navigatore come la Luna al tuo fianco sei pure sicuro di tornare a casa, felice di sopportare l’ultimo cazziatone di una donna che ormai non ami più.

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