Poesia in libreria
Ottobre 11
23:00
2009
I suoi scritti furono sempre destinati ad un pubblico minimo di amici, bimbi e pazzerelli intenditori. Proprio perché erano, le sue, strofe semplici a filastrocca, immagini di animali bizzarri, «sillabe squamate» gioconde ed incomprese nell’impressione linguistica e nella sua stessa direzione. Giorgio Manganelli diceva di lui che era un burlesco «petrarchesco con una varia e meticolosa dementia praecox». Tanto da estrarre dal cilindro magico «filastrocche filosofali del non sense [ovvero] del quando la parola è alla prova del nulla».
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