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PMI TROPPO ESPOSTE AI CYBERATTACCHI

Febbraio 06
19:30 2024

PMI TROPPO ESPOSTE AI CYBERATTACCHI E A RISCHIO CHIUSURA: IL SUPPORTO ARRIVA DALLE UNIVERSITÀ ITALIANE

Corsi, Master e servizi per dare corpo alla terza missione

Oggi all’Università Campus Bio-Medico di Roma il workshop “Strumenti per migliorare la cyber posture delle Pmi” con Frattasi (ACN), Gabrielli (Polizia postale), Lucchetti (Cyber 4.0), Diomede (Roma Capitale), Colasante (Google), Mammoliti (Poste italiane)

Roma, 6 febbraio 2024 – Le PMI italiane hanno urgente bisogno di proteggersi dai cyberattacchi. Ma le loro piccole dimensioni e la mancanza di cultura dei rischi informatici costituiscono un limite all’adeguamento alle tecnologie e allo sviluppo di sistemi di protezione. Arriva dalle università un contributo essenziale alla formazione di questa nuova cultura: è questo il senso del workshop “Strumenti per migliorare la cyber posture delle Pmi” promosso dall’Academy dell’università Campus Bio-Medico di Roma nell’ambito della Facoltà di Ingegneria. 

Un appuntamento con il quale l’ateneo romano ha dato simbolicamente il via alla prima edizione del Master di I livello in Cybersecurity management che ha già fatto il “tutto esaurito”. Il corso di formazione avanzata intende rispondere alla necessità di protezione delle strutture informatiche di aziende, enti e pubbliche amministrazioni ed è organizzato partendo dalle indicazioni dell’European Cybersecurity Skills Framework (ECSF).

Alla giornata hanno partecipato numerose figure di spicco della cybersicurezza italiana tra cui il Prefetto Bruno Frattasi, direttore della ACN, Agenzia Nazionale per la Cybersicurezza nazionale; Ivano Gabrielli, Direttore del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni, Matteo Lucchetti (Cyber 4.0), Nicla Ivana Diomede, Direttore del Dipartimento di Cybersecurity e Sicurezza di Roma Capitale, Martina Colasante, Government Affairs and Public Policy di Google, Rocco Mammoliti (Responsabile Sicurezza delle Informazioni Poste Italiane S.p.A.) e molti altri ancora. Nel corso della giornata voluta dal prof. Roberto Setola e coordinata da Luca Faramondi dell’Università Campus Bio-Medico di Roma.

Lo scenario attuale vede le piccole e medie Imprese italiane in una posizione molto sfidante, particolarmente esposte a rischi informatici in grado di arrecare gravi danni alla struttura produttiva fino alla chiusura dell’attività. I dati degli studi più recenti effettuati nel settore dicono che l’80% delle aziende italiane colpite da attacchi informatici sono piccole o medie. Se si guarda al numero complessivo di attacchi si scopre che nei primi 6 mesi del 2023 quelli andati a buon fine sono cresciuti di oltre il 40% rispetto allo stesso periodo del 2022, con un tasso di incremento che in Italia è stato quattro volte superiore a quello globale trasformando l’Italia in un obiettivo centrale per i pirati informatici: oggi il nostro Paese colleziona da solo il 9,6% del totale mondiale di attacchi andati a segno (Report Swascan di Tinexta).

Sul versante delle imprese, invece, la consapevolezza di questi rischi risulta del tutto inadeguata: l’83% delle Pmi italiane ritiene di essere immune dagli attacchi informatici (Ipsos per Certego 2023) e il 72% degli intervistati non ha mai svolto attività di formazione sui rischi informatici e il 43% non ha identificato un responsabile della sicurezza informatica (Grenke Italia condotta da Cerved Group con Clio Security).  

“Le università specializzate come il Campus Bio-Medico e i centri di ricerca in cui i temi della cybersicurezza si studiano e si progettano, devono aprirsi all’esterno per dare supporto concreto al tessuto produttivo nazionale in questo percorso di innovazione – ha ricordato il prof. Roberto Setola, ordinario di automatica presso la facoltà di Ingegneria dell’Università Campus Bio-Medico di Roma – In loro le piccole e medie imprese italiane possono trovare un punto di riferimento sul territorio per scegliere programmi e corsi di formazione, ma anche per reperire fondamentali competenze abilitanti in ambito cybersicurezza. L’Università Campus Bio-Medico di Roma ha da tempo attuato questa strategia di apertura, generando un eco-sistema win-win fra Ateneo e piccole e grandi aziende. Ne è sorto un ecosistema di open-innovation che in ambito di cyber security si trasforma anche in network di cooperazione e di hub per l’info-sharing su minacce, esperienze e best-practice”.

“Sappiamo bene quanto la minaccia cibernetica sia in crescita nel nostro Paese, in particolare nei settori della sanità, del manifatturiero e quanto sia alto il rischio cibernetico delle PMI italiane. Non resta quindi che attrezzarsi per essere preparati per affrontare i rischi e le insidie degli incidenti informatici. C’è bisogno di crescere in resilienza, in consapevolezza e in robustezza cyber” ha sottolineato in conclusione Bruno Frattasi, Direttore Generale di ACN. “Ricerca e formazione giocano un ruolo fondamentale per promuovere una nuova cultura della cybersicurezza. Questo vale per i cittadini come per le amministrazioni pubbliche e il tessuto produttivo. Ben vengano, dunque, iniziative pregevoli come questa dell’Università Campus Bio-Medico di Roma” continua il Direttore Frattasi “L’ACN è fortemente impegnata, in vari modi, nel sostegno alle PMI anche grazie alle misure previste nella Strategia Nazionale di Cybersicurezza, con azioni di informazione, vere e proprie campagne informative, attraverso accordi di collaborazione con le rappresentanze di categoria e con le nostre eccellenze universitarie e di ricerca”.

 

 

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