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Piove…Governo ladro!

Dicembre 29
23:00 2007

Ma se mangiare rischia di diventare un lusso, lo è anche scaldarsi. Mi passo una mano sul viso. “Ti senti male?” mi chiede Simonetta. Mi stringo nelle spalle meglio che posso e mi tolgo la mano dal viso. “Non sono mai stato così bene come in compagnia di questo governo, che ho conosciuto quando ero ancora un uomo con un conto in banca. Mai stato meglio. Godo della vista di Bersani che minaccia un’allarme gas, ho bisogno di sentire che Tommaso Padoa Schioppa annuncia una nuova finanziaria di sacrifici e che Bianchi si inventa nuovi rincari nel settore dei trasporti.” “È la qualità della discesa del tasso di disoccupazione al 5,6 per cento che conta, non il sorpasso del reddito pro-capite dell’Italia da parte della Spagna” replica Simonetta e, sebbene pronunci le parole in modo confuso per la rabbia, capisco e sorrido. Amaramente. “Nessuno può governare l’Italia da solo, senza il consenso popolare” le dico. Trasale a queste parole e mi rivolge un’occhiata pungente. “Indicami allora i motivi dell’avvertimento del Presidente della Repubblica che ha esclamato che senza riforme l’Italia corre seri rischi. Non sono questioni strettamente legate tra loro?” chiede Simonetta. Chino le spalle, sono stanco, ma lei non prova nessuna solidarietà nei miei confronti. Non ha gradito il mio ingenuo tentativo di difendere l’indifendibile. Non si è resa conto del mio sarcasmo. E infine parlo, con amarezza. Turbato, continuo. “È fuori dubbio che l’aumento della disoccupazione non sia legato all’aumento del reddito, ma alle mutate condizioni di trattamento del lavoro introdotti dalla Legge Biagi, e questo fatto giustifica la netta dichiarazione del Presidente Napolitano. I Paesi che hanno fatto le riforme, come il Regno Unito, hanno goduto di un più elevato tasso di crescita. Paesi che hanno fatto scelte di profilo elevato, come il nucleare in Francia, hanno visto una maggiore resistenza alla competizione delle loro economie e un più elevato saggio di sviluppo. I paesi che hanno provveduto a investire massicciamente nelle infrastrutture, come la Spagna, hanno potuto risalire rapidamente la graduatoria mondiale. I paesi che hanno costantemente migliorato la pubblica amministrazione, come la Francia, o proceduto a tenere basse le tasse, come l’Irlanda, o hanno ridotto la pressione fiscale, ultima la Germania, hanno registrato andamenti produttivi migliori di quelli italiani.” “E va bene, Mario – dice lei -.Ormai è inutile parlarne. Conosco la situazione quanto te. Ritornare al nucleare per poterci rendere indipendenti dai ricatti di prezzo e di quantità dei produttori di petrolio ripagherebbe ampiamente i rischi che comunque corriamo, circondati di centrali nucleari come già siamo e ancor più saremo nel futuro. Migliorare la pubblica amministrazione significa recuperare risorse per lo sviluppo e incidere direttamente e positivamente in esso. Ridurre le imposte e tasse non è solo un corollario delle riforme indicate, ma un’impostazione politica che darebbe vita a un nuovo corso dell’economia e della società”. “Sono in ritardo per la riunione del condominio” dico e la voce mi si rafforza a mano a mano. “È rimasta qualcosa che potrebbe essere ancora tassata?” Non é una frase divertente, ma Simonetta ride e mi fa una carezza. Ci raggiunge Alessandro. Lo guardo con affetto. Sta crescendo bene, sebbene abbia i modi un po’ indecisi di un tredicenne. Lo guardo ridere di qualcosa che sta dicendo Gabriele, il fratello maggiore, diventato il beniamino di molte ragazze. Mi auguro che la semplicità giovanile non venga loro tolta troppo bruscamente. Non è bello pensarci, ma so che sono questi Governi a formare il carattere. Mi asciugo il sudore dalla fronte.
Guardo Simonetta. “Ho visto di peggio” esclama con un sorriso. La luce del tramonto si riflette nei suoi occhi orgogliosi. “Non credo. Ci stanno tassando tutto, ma non possono governarci così. Nessuno ci è mai riuscito. Dobbiamo aspettare finché la primavera non li rimanderà indietro. Adesso vado. È tardi. La riunione sta iniziando” le dico. “Và, và subito”, bisbiglia dolcemente. Entro in macchina e stringo il volante così forte che le nocche delle dita mi diventano bianche.

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