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PingPong Playa, film di Jessica Yu con la sceneggiatura della stessa e di Jimmy Tsai, che ne è anche protagonista, presentato al Fiuggi Family Festival, rappresenta un curioso esempio di film di genere, in quanto mostra il rapporto conflittuale degli immigrati con il contesto accogliente, ma si fa al tempo stesso veicolo di una morale ‘antica’, per cui vincenti restano i valori della coesione familiare, dell’amicizia, ma anche dell’impegno e della disciplina. Christopher Wang, pigro, arrogante, vanesio e contaballe, figlio di Wong, maestra di ping pong, sogna una carriera di giocatore di basket. Per un ritardo e la sua dappocaggine lascia la squadra, deludendo un suo piccolo ammiratore, Felix, detto F-Bomb. La famiglia non ha fiducia in lui ed è preoccupata per il suo futuro. L’incidente d’auto in cui sono coinvolti il fratello e la madre, impedendo loro di svolgere la consueta attività, risulta provvidenziale per Chris, che è costretto a sostituire la madre nel corso di ping pong. Ma anche sul lavoro il ragazzo è superficiale e scorretto, lascia che i bambini scommettano e ne incassa i soldi, finché, scoperto dalla madre, decide di mettere la testa a posto e sostituire nel torneo annuale di ping pong il fratello infortunato. Vinto lo scetticismo dei genitori, inizia gli allenamenti, sostenuto dall’incoraggiamento dei suoi piccoli fans. Giunto il momento del torneo, e battuti gli avversari più deboli, è inevitabile lo scontro con il bianco Harcourt, vero duro della situazione. Ma a questo punto è proprio la dimostrazione di stima del padre a ridare fiducia a Chris e a consentirgli di vincere. Può così sfilare trionfante vicino a Miss China Town, divenuto finalmente uomo tramite la disciplina del ping pong, che “è come la vita, richiede lungimiranza”. Storia solare e divertente, la trasformazione di Chris da sorta di piccolo ‘Simpson’ad individuo di spessore passa attraverso la profondità dei rapporti familiari e amicali, e non perde affatto di freschezza per la sua natura di exemplum in un contesto culturale antico e profondamente legato a valori tradizionali.