Pietro Moro: Avis Marathon mi ha fatto conoscere un Pietro che non conoscevo
Pietro Moro si è organizzato la sua gara tutta per sé per comunicare il valore della donazione del sangue ed invogliare e sensibilizzare le persone a donare. Pietro racconta la sua esperienza.
Ti sei sentito campione nello sport? “Si, il 12 giugno del 2016, quando ho portato a termine la mia impresa personale “percorrere 500 km in 15 giorni, toccando 22 paesi della Regione Basilicata”. Mi sono sentito un campione per lo scopo dell’iniziativa prima di tutto.”
Qual è stato il tuo percorso per diventare un Atleta? “Ho iniziato con il Karate dopo qualche anno ho mollato perché quando si è ragazzini molte cose non si apprezzano. Mi sono avvicinato completamente al mondo della corsa all’età di 19 anni da quando entrato nel battaglione San Marco di Brindisi ho dovuto sostenere allenamenti fisici duri e intensi, ogni giorno correvo dai 12 ai 18 km. Questo tipo di addestramento durato circa 4 anni mi ha fatto capire quanto io sia portato per la corsa e con quanto entusiasmo svolgevo (e svolgo tuttora) allenamenti di questo genere. Dopo questa esperienza, ho continuato a coltivare la suddetta passione fino a che ho deciso di iscrivermi all’Associazione Runner Ginosa iniziando a sostenere gare agonistiche del circuito Fidal Puglia, partecipando a gare da 10 km tutte le domeniche e a mezze Maratone di 21 km.”
Quali sono i fattori che hanno contribuito al tuo benessere o performance? “Uno stile di vita sano, costituito da una alimentazione corretta, un allenamento specifico e anche un adeguato riposo.”
Quale alimentazione segui prima, durante e dopo una gara? Usi farmaci, integratori? “Per una gara di 10 km una ricca colazione composta da zuccheri naturali e carboidrati. Durante la prestazione assolutamente nulla. Dopo la gara fondamentale è reintegrare i liquidi persi con dei sali minerali e dopo qualche minuto bisogna recuperare le energie perse con degli alimenti solidi tipo taralli, grana o meglio cioccolato fondente. Beh usare farmaci non è mai consigliato, ma in caso di infiammazioni acute o dolori di vario genere purtroppo si ricorre anche ad esse. Integratori solo Sali minerali.”
Chi ha contribuito al tuo benessere nello sport o alla tua performance? “In primis chi mi ha seguito dall’inizio del mio percorso sportivo che è il mio Maestro di Karate. Con l’avvicinarmi al mondo del Running ho incontrato gente disposta a spronarmi nella disciplina, facendomi anche migliorare nella performance. Nell’ultimo periodo ho avuto come Coach il preparatore atletico FITRI e FIDAL Daniele Zerini. Stando al mio fianco, seguendomi e facendomi crescere nella preparazione della 500 km in 15 giorni che ha preso il nome di Avis Marathon, mi ha fatto conoscere un Pietro che non conoscevo. Così come la mia Nutrizionista Mariateresa Nivuori mi ha reso impeccabile nell’alimentazione ovviamente migliorando la performance.”
Qual è stata la gara della tua vita, dove hai sperimentato le emozioni più belle? “La gara della mia vita e dove ho dato davvero molto è stata l’Avis Marathon. In questa impresa sono stato attraversato da un’infinità di emozioni durante la corsa, le più belle le ho percepite all’arrivo dei paesi dove mi hanno accolto con un’organizzazione impeccabile. Hanno creato dei momenti di aggregazione dandomi la possibilità di spiegare l’importanza delle Donazioni di Sangue.”
Cosa pensano i tuoi famigliari ed amici della tua attività? “Della mia attività sportiva sono contenti, soprattutto della costanza che impiego in essa, sento in loro molta stima e ringrazio specialmente mia Moglie, per essermi stata accanto e aver creduto in me sin dal primo momento.”
Ti va di descrivere un episodio curioso della tua attività sportiva? “Era il lontano 2009 a Trani provincia di Bari, posto incantevole. Percorso a circuito di 5 km per 2 giri, io pronto alla partenza … ecco lo Start e si parte. Ero in una buona posizione viaggiavo a 3 minuti e 50 al km, ad un certo punto vedo l’arrivo, stacco uno sprint da paura arrivando quasi in solitudine e penso, ho finito che bella gara e che bel tempo, alzo le mani all’arrivo e rallento man mano, ad un tratto mi sento bussare alla spalla: ‘ehi tu vai vai devi fare il secondo giro non fermarti, che fai’! A quel punto capii la situazione e con una certa tristezza e vergogna per la figura, riparto. Mentre ripercorrevo il secondo giro pensai di tutto, ma la cosa migliore che capii fu quanto mi facesse bene la corsa, quello spazio tutto mio quella libertà di pensiero e la magia di isolarmi.”
Cosa hai scoperto del tuo carattere praticando sport? “Lo Sport della corsa mi isola e mi trasmette positività, mi fa vivere la natura e i panorami che ci circondano e poi mi fa vivere in maniera corretta dal punto di vista salutare cioè alimentare e fisica. Mi scarica in momenti di tensione e nervosismo, è un po’ come una magia, c’è molto di spirituale, soprattutto nei lunghi di 20 -30 e 40 km. Mi completa e mi fa fare cose impensabili.”
Che significa per te partecipare ad una gara sportiva? “Partecipare ad una gara è un modo di confrontarsi con altre persone, cercando la competizione. Si conoscono posti nuovi e gente nuova.”
Hai sperimentato l’esperienza del limite nelle tue gare? “Certo con la Avis Marathon sono arrivato al limite, così come la Red bull K3 a Susa (TO) una Corsa in verticale o meglio Sky Run ho partecipato alla categoria K1 (4,5 km con un’altitudine di 1.330 metri) per me è stata la prima di questo genere, l’ho chiusa in 1 ora e 20 minuti.”
Quali sensazioni sperimenti facendo sport: allenamento, raduni, pre gara, gara, post gara? “Le mie sensazioni in allenamento sono buone. Nel pre gara nervosismo e ansia. Durante la gara dopo i primi minuti, passa tutto, sono naturalmente dopato grazie alle sostanze che il nostro corpo rilascia, sono concentrato a dare tutto. La sensazione post gara è fantastica, io penso sia la più bella. Si termina e lasci tutto alle spalle con il pensiero di poterne fare altri tanti di km, questa sensazione è dovuta all’ormai poco ossigeno nel nostro cervello che ci esalta il pensiero e la condizione fisica… ma in realtà siamo stanchi e abbiamo bisogno di riposo.”
Quali sono i tuoi pensieri in allenamento, in gara? “L’allenamento è un momento mio di libertà di pensiero e di azione. Questo cambia se l’allenamento è intenso, lì sono abbastanza concentrato sul da farsi, nella respirazione e tempi di recupero. In gara escono fuori pensieri di valutazione, di tattica da adoperare in quei minuti, la concentrazione è alta e comunque piacevole.”
Qual è stata la tua gara più estrema o difficile? “La mia gara più estrema è stata la 500 km in 15 giorni, la mia prima ultra running ideata da me per sensibilizzare alla donazione di Sangue, patrocinata da Avis Basilicata. La media di 33 km al giorno per 15 giorni, percorso fatto di salite e discese toccando i 1.200 metri di altitudine, in queste condizioni di corsa continua diventa tutto difficile, ma lo scopo è smuovere gli animi per incrementare le donazioni di sangue e comunicare con i fatti tramite i km percorsi, Sport e Salute sono due formule importanti per una vita salutare.”
Quali sono le difficoltà, i rischi, a cosa devi fare attenzione nella tua disciplina sportiva? “I rischi maggiori li incontro quando l’allenamento diventa intenso e quindi significa muscoli tirati e stress fisico al limite, quindi sempre più ampia la possibilità di farmi male, basta una semplice storta per complicare e condizionare il tutto. L’attenzione maggiore è non distrarsi, rimanere connessi sempre con la forma fisica, saper percepire il momento dove aspettare o fermarsi, conoscersi alla perfezione perché basta davvero poco per rimanere fermi mesi e mesi e se ti stai preparando per una gara o impresa a cui tieni molto è la fine.”
Quali sono le condizioni fisiche o ambientali che ti hanno indotto a fare una prestazione non ottimale? “La più difficoltosa è stata ad una gara, sul mare, c’era un tasso di umidità al 90 %. Mentre correvo avevo la sensazione di svenire andavo spegnendomi man mano, momento davvero difficile, dopo la prestazione ho dovuto bere non so quanta acqua per riprendermi. Un altro episodio imbarazzante l’ho passato in una mezza maratona di Ostuni (BR). Era il 13° km quando vengo preso da un dolore di pancia tremendo, dovuto a qualcosa nell’alimentazione e allo sforzo fisico condizionando di non poco la mia gara.”
Quale può essere un tuo messaggio rivolto ai ragazzi per avvicinarsi allo sport? “Mettersi alla prova, provare a fare sport. Provarci prima di dire ‘quello sport o lo sport non è per me’. Conosco gente che aveva problemi di peso e grazie alla corsa è dimagrita o grazie allo sport, il movimento e l’alimentazione ha avuto dei miglioramenti. Ragazzi la vita non è fatta solo di Play Station o Social network, lo sport vi migliora in molti aspetti.”
C’è stato il rischio di incorrere nel doping nella tua carriera sportiva? “Solo il nome mi rabbrividisce, se avessi voluto sì, ma invece no perché sono sicuro di dove posso arrivare senza, altrimenti nulla avrebbe senso per lo scopo delle mie corse, gare o imprese. Bisogna faticare per arrivare a dei risultati e bisogna essere lucidi e coerenti con quello che si fa. Quindi il mio no a questa sostanza è un no di stile di vita di coerenza di sportività e di volersi bene.
Qual è un messaggio che vorresti dare per sconsigliare l’uso del doping? “Il mio consiglio di rinunciare perché non ha senso, non si è se stessi, è pura illusione, come da articoli letti su effetti della sostanza essa agisce sul nostro fisico in maniera invasiva addirittura modificando i geni. Non porta nulla di buono si viene allontanati dallo sport e anche dalla vita sociale. Quindi lasciate stare siate liberi di fare sport come più ne ritenete opportuno e soprattutto siate liberi di non appartenere ad una categoria di sportivi fasulli che non esistono più. Il futuro dello sport è lontano da questa sostanza.”
Se potessi tornare indietro cosa faresti? O non faresti? “Le cose che farei sono tante: una di queste potrebbe essere studiare scienze motorie, o fisioterapia perché da ragazzo non sapevo che lo sport mi avrebbe coinvolto in questo modo. Dedicarmi allo sport in maniera più intensa, insomma quasi intraprendere una vera e propria carriera sportiva.”
Quali sono i sogni che hai realizzato e quali quelli da realizzare? Prossimi obiettivi? “Il sogno che ho realizzato è stata la mia Avis Marathon. Obiettivi ce ne sono ma per scaramanzia non ne parlo quindi mi resta che dire di seguirmi sul mio sito www.pietromoro.it social Facebook www.facebook.com/profile.php?id=100000503016033 Twitter e Instagram il mio nome è Pietro Moro e nelle ricerche pietromororun.”
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