Pietro e Ulderico Gentili, due concittadini da ricordare
Pietro lascia il nostro paese nel lontano 1927; non è uno sprovveduto, parte con un buon bagaglio culturale e titoli non indifferenti per l’epoca. Ha frequentato la Scuola d’Arte “Reffo” annessa all’Istituto Artigianelli di Torino e studiato elementi di architettura. Giunge in Brasile con la ferma intenzione di affermarsi e di svolgere al meglio il suo lavoro. Passa i suoi primi sette anni dipingendo e decorando la chiesa dell’Immacolata Concezione di San Paolo. Passa ore impastando i colori per dar vita alle sue opere e studiando la Bibbia che usa come fonte di ispirazione. Nel 1936 dipinge nella chiesa di Santo Antonio do Embarè e nel seminario de Sao Jose em Mariana. Nel 1937, subito dopo aver partecipato alla guerra d’Etiopia, lo raggiunge in Brasile il fratello Ulderico. Iniziano così a lavorare insieme nella chiesa Matriz Maria da Fè in Minas Gerais (1940). I lavori si susseguono senza interruzione: realizzano la Cappella del Collegio dos Anjos in Botucatu (1942); la Chiesa Matriz de Cassia in Minas Gerais (1943); la Chiesa Matriz de Sâo Sebastiâo di Paraìso in Minas Gerais (1946); la Chiesa Coraçâo de Jesus in Sâo Paulo (1950); la Chiesa dei Francescani in Piracicaba (1951); la Chiesa Matriz di Sâo Roque (1951); la Chiesa Santa Terezinha in Sâo Paulo (1955); la Cappella della chiesa del Calvario in Sâo Paulo (1958).
Ultimo grande lavoro dei due fratelli è quello nella chiesa Matriz di Americana nello Stato di Sâo Paolo, la più grande chiesa in stile neoclassico del Brasile. Oggi è una delle maggiori attrazioni turistiche della città, dove molto ammirate sono le loro opere, e non solo affreschi ma anche numerose statue. I fratelli Gentili iniziarono a lavorare al ciclo degli affreschi nel 1961. L’8 agosto del 1968 Pietro viene a mancare, sembra, avvelenato dalle vernici che usava. Si ammalò mentre dipingeva il quadro della morte di San Giuseppe. Il quadro è stato mantenuto incompiuto. I lavori vengono proseguiti da Ulderico che termina l’opera nel 1972, dopo ben 11 anni dall’inizio dei lavori. Ulderico si spegne nel giugno del 1984. Pietro e Ulderico, anche se passano numerosi anni prestando la loro arte alla realizzazione di affreschi in numerose chiese, si misurano con successo anche nella medaglistica e nella scultura profana e numerose sono le tele realizzate con diverse tecniche e tematiche nel miglior stile figurativo. Di questi due nostri concittadini ci ha parlato nella sua e-mail il figlio di Ulderico, Daniel, che mantiene ancora vivi i contatti con alcuni suoi cugini viventi in Monte Compatri. Delle opere dei Nostri abbiamo preso, di alcune, visione attraverso fotografie inviateci da Daniel, ma molte altre le abbiamo ammirate attraverso internet, dove siamo andati a cercarle e dove abbiamo trovato, anche, molti apprezzamenti su quanto hanno realizzato. Dopo quanto visto e letto ci è sembrato un dovere portare a conoscenza dei nostri concittadini l’opera e il lavoro di Pietro e Ulderico, due nostri “avi” che hanno sempre portato nel cuore il ricordo di Monte Compatri e lo hanno onorato e fatto conoscere nel lontano Brasile.
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