Piccoli prigionieri crescono
Ci sono 304 piccoli prigionieri sull’isola di Lampedusa. Sono minori non accompagnati. Sono giovanissimi migranti in fuga dalla Libia. Vengono dal Ghana, dalla Costa d’Avorio dalla Nigeria, dal Mali, dal Bangladesh. Alcuni di loro sono rinchiusi nel centro dell’ex base militare Loran da oltre un mese. Sopravvissuti alla guerra, a due giorni di navigazione, ad uno sbarco di fortuna. Per poi essere reclusi senza un reato e senza una colpa. Hanno storie diverse ma il medesimo smarrimento. Ci chiedono cosa sarà di loro e per quanto tempo dovranno stare rinchiusi tra filo spinato e poliziotti. Rispondiamo che non abbiamo il potere di farli uscire ma che tenteremo di portare la loro voce fuori da li. Molti di loro sono orfani e vorrebbero una famiglia. Vorrebbero studiare ed imparare l’italiano in fretta. Un giovane del Ghana mi dice che da grande vuole fare l’avvocato per difendere i diritti di tutti. Intanto ha molta difficoltà a far valere i suoi. Ha 15 anni ma già lo sa che non dovrebbe essere detenuto ma accolto e che nei paesi democratici i minori non dovrebbero essere trattati da prigionieri, ammassati in trecento in un centro che può contenerne poco più della metà, senza poter uscire e senza sapere come trascorrere il tempo né quanto tempo durerà questa pena. Lui lo sa. E noi?
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