Piccola e media impresa: cosa fare per sopravvivere alla crisi?
Da molte parti si sente dire, e spesso i numeri confortano questa tesi, che la piccola e media impresa (Pmi) rappresenti il motore trainante dell’economia italiana. Con piccola e media impresa si intende una realtà economica e produttiva che non abbia più di 250 dipendenti e un fatturato che non superi i 40 milioni di euro l’anno.
Ma quali sono i grandi ostacoli alla produttività di questo segmento della nostra economia reale?
Come tutte le attività produttive, siano esse all’interno nel settore primario, seconondario o terziario, ogni Pmi si confronta con il delicato gioco di equilibri e rapporti tra clienti e fornitori. In tutti i comparti aziendali (amministrazione, ricerca e sviluppo, risorse umane, marketing, gestione finanziaria, logistica) esiste sempre un rapporto da gestire tra impresa e clienti o impresa e aziende fornitrici.
In un caso l’azienda rappresenta il cliente che si serve di fornitori, per esempio professionisti consulenti, dipendenti e collaboratori, o da produttori di beni e servizi in grado di aiutare l’azienda stessa a produrre o a erogare quello che offre ai propri clienti.
La crisi iniziata nel 2008, nota come crisi dei subprime, ha creato il periodo di stagnazione economica più importante dalla grande crisi del 1929 ai giorni nostri.
Solo per averne un’idea relativa al nostro Paese possiamo dire che in Italia per la prima volta quest’anno il segno meno ha abbandonato timidamente la crescita del Pil (Prodotto Interno Lordo).
Ma come può una realtà appartenente alla categoria delle Pmi affrontare al meglio un periodo di così lunga e pesante crisi economica internazionale come quello che stiamo vivendo dal 2008?
Le piccole e medie imprese hanno come caratteristica comune il fatto di non possedere i grandi capitali che caratterizzano la grande industria. Né possono accedere ai grandi crediti che sono sempre appannaggio di realtà industriali può complesse e articolate. Il vero punto di forza della Pmi è certamente la gestione virtuosa, fatta di riduzione dei costi fissi e variabili, accompagnati dalla massimizzazione del ricavo.
La massimizzazione del ricavo è legata alla qualità del prodotto e del servizio coniugata alla scelta del giusto prezzo. Sicuramente queste sono le caratteristiche fondanti per un’impresa, sia che eroghi servizi o che venda prodotti, e risulta molto complesso trovare una giusta collocazione all’interno del mercato, riuscire a essere competitivi con il proprio prodotto e individuare il giusto prezzo.
Al contrario l’abbassamento dei costi, sia quelli fissi che quelli variabili, rappresenta un’azione meno complessa, anche se non sempre gli imprenditori dedicano una corretta attenzione a questo aspetto del loro lavoro.
La prima fonte per comprendere dove poter incidere sui costi fissi sono i rapporti con i fornitori,
siano essi fornitori di servizi, di beni o fornitori industriali.
Tutta l’attività di una Pmi è in realtà pervasa dal rapporto con i fornitori: i consulenti, i lavoratori, i servizi e le utilities (luce, gas, corrieri, spazio web, cestione dell’intranet, della posta elettronica e del web), tutto il marketing (grafici, consulenti web, consulenti per le pubblicità), per non parlare del credito e dei servizi bancari.
Il taglio dei costi sui fornitori rappresenta quindi una parte importante di quella gestione virtuosa della quale abbiamo parlato in precedenza. Un’azione corretta e un giusto approccio sulla scelta dei fornitori più adatti a un’impresa, anche servendosi di una guida di aziende e professionisti o di un albo, rappresenta il primo passo per una corretta gestione dei costi e quindi del cash flow aziendale. Approcciare a un parco fornitori ampio aiuta inoltre a non rimanere dipendenti per il proprio business all’andamento del business del nostro singolo fornitore, con la conseguenza deleteria per l’azienda di dover accettare prezzi non adeguati o, peggio ancora, di far dipendere il proprio business da quello degli altri che potrebbero chiudere la loro attività piuttosto che vivere periodi di sofferenza che andrebbe a pagare proprio la nostra azienda.
Per concludere dunque la prima regola è: gestire nel modo migliore i costi e per fare questo porre grande attenzione alla scelta dei giusti fornitori per quello che riguarda le esigenze della propria impresa.
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