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Piante di Natale

Piante di Natale
Dicembre 01
02:00 2006

Helleborus nigerAlcune sono facilmente reperibili in commercio in questo periodo, come l’abete, l’agrifoglio, le stelle di Natale. Altre sono più difficilmente reperibili, e ci si deve procurare, o acquistare i semi per poi piantarli in casa, come il vischio, o la rosa di Natale. Altre ancora, come il pungitopo, l’edera e il ginepro, sono facilmente rintracciabili nei nostri boschi. Certo è che alle ricorrenze natalizie sono legate una serie di piante ornamentali, alcune celeberrime, altre più umili. Prima di tutti c’è l’abete (Abies), sia nella sua versione bianca che in quella rossa (Picea Abies), che era già considerato dagli Egizi, dai Greci e dai Celti una pianta sacra legata alla nascita della divinità. Con l’avvento del Cristianesimo venne collegato alla nascita del figlio di Dio. Tra le popolazioni scandinave e germaniche nel Medio Evo c’era l’usanza di andare nel bosco, poco prima del solstizio d’inverno, e tagliare un abete che, in un vaso, veniva decorato con ghirlande, uova dipinte e dolci e diventava un centro di aggregazione della comunità. Gli oggetti decorativi erano il simbolo di ciò che si desiderava ottenere a primavera. Nei paesi latini l’abete di Natale era stato forse presente nell’epoca tardo antica, durante il periodo dei regni romano-barbarici. Successivamente se ne persero le tracce, fino a quando nel 1840 venne reintrodotto nella Corte di Francia, e da qui si diffuse progressivamente nei paesi vicini. Le lucine, i frutti colorati, gli addobbi che si usano per decorare l’albero, sono da ricondurre a un simbolismo religioso che ben si concilia con il Natale com’è raccontato dai vangeli.
Anche al vischio sono legate una serie di valenze simboliche e di leggende. I Celti lo consideravano una pianta donata dagli dei, poiché non ha radici e nasce come parassita sul ramo di un’altra pianta. Si diceva che nascesse dov’era caduto il fulmine, che simboleggiava la divinità, l’immortalità e la rigenerazione. Queste caratteristiche non potevano che ben attagliarsi a Gesù Cristo, uomo e dio, luce del mondo. Si usava appenderlo alla porta di casa, oppure portarne al collo un rametto, poiché viene considerato un amuleto contro le disgrazie. Se si passa sotto un ramo di vischio in compagnia ci si deve baciare, e se una ragazza non riceve il bacio nell’anno successivo non si sposerà.
L’agrifoglio, il pungitopo e l’edera vengono usati per addobbare la casa a Natale. Anche per queste piante le origini risalgono al paganesimo: gli antichi romani piantavano l’agrifoglio (Ilex aquifolium) vicino alle case perché pensavano tenesse lontani i malefici. In Inghilterra, in Francia, in Svizzera e in Germania i contadini appendevano ramoscelli di queste piante nelle case per difendersi dalle streghe, e nelle stalle per propiziare la fecondità degli animali.
Il ginepro (Junniperus communis) produce delle bacche blu scuro che sono usate per aromatizzare e in medicina. Fino ai primi del Novecento nelle campagne dell’Italia centrale si usava bruciare un ramo di ginepro la sera di Natale, di San Silvestro e dell’Epifania. Il carbone del ramo bruciato veniva poi impiegato in una serie di rimedi magici. La notte di Natale, inoltre, si appendevano rami di ginepro sulla porta delle stalle per proteggere gli animali dai malefici.
L’Helleborus Niger è noto come Rosa di Natale: è una pianta velenosa che fiorisce in inverno e produce grandi fiori bianchi con la parte centrale dorata. Secondo la leggenda questo fiore sarebbe stato donato a Gesù Bambino da una povera pastorella che non aveva niente altro da offrire.
Di introduzione relativamente recente è la Stella di Natale (Euphorbia Pulcherrima), pianta selvatica di origine messicana dalle ampie foglie rosso fiammante e dai piccoli fiori gialli. È coltivata nelle regioni mediterranee più calde.

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