Prefazione
Riflessioni, ricordi, sentimenti, fantasie. Ecco cosa è riuscito a raccogliere Mirco
Buffi attraverso lincontro ed il confronto, con il sapersi offrire per poter
contemporaneamente, attraverso la propria apertura mentale, "lasciar entrare"
gli altri.
Questo libro che "appare" improvvisamente nello scenario delle pubblicazioni che
hanno come tema Monte Compatri, uno dei paesi dei Castelli Romani, rappresenta la migliore
espressione della capacità di integrazione fra uomini provenienti da paesi diversi e
quindi da "culture" diverse.
E sì, Mirco è certamente uno dei più conosciuti e stimati "forestieri" che si
sono insediati in questo bel paese negli ultimi decenni, non solo per la capacità,
continuamente dimostrata anche con la sua attività allinterno della nostra
associazione, di saper "dare" agli altri qualcosa che è certamente ed
inequivocabilmente suo (il suo tempo, la sua disponibilità, il suo contenuto culturale),
ma anche per come egli sa "leggere" tutti quei segnali emozionali che emergono
continuamente dal contesto in cui vive.
È proprio la dinamica di questo "anello interattivo" del "dare e del
prendere" che lo ha condotto in modo spontaneo alla produzione delle testimonianze
contenute in questo libro.
La sua impostazione metodologica (aperto ma puntiglioso) e la sua consapevolezza di quanto
il linguaggio corrente (parlato e figurativo) stia alla radice dei processi mentali che
regolano i rapporti fra gli uomini, lhanno spinto costantemente nella ricerca di un
rapporto con i monticiani impostato nella sua personale apertura e non nella, a volte,
inutile e "violenta" richiesta dellapertura degli altri. E questa è stata
la ricetta che gli ha consentito non solamente di "imparare" dai monticiani ma
anche di "farsi capire" da loro: "A volte, abbarbicato sul suo scosceso
colle, ecco che appare improvviso il paese, dal sapore antico, le case una
sullaltra, come a volersi proteggere, come a voler dire: "Vieni amico mio,
vieni in me, io ti darò il calore di cui hai bisogno"". Ecco come Mirco
imposta il suo rapporto con lumanità, come lui veda i monticiani, che nella frase
precedente sono rappresentati dal paese, aperti e pronti ad accoglierlo per dargli
il calore di cui ha bisogno.
Mirco è ormai "uno di loro", un monticiano perfettamente integrato che ha
assimilato i "valori" ed i "disvalori" del luogo e li ha saputi
raccontare. Basta cogliere il senso della parte finale della sua dedica in prima pagina:
"
ai monticiani
che mi hanno accolto amichevolmente
e tanti, oggi, mi considerano uno di loro"
per capire quanto intenso e sentito e voluto è stato questo rapporto.
Penso che non sia negli scopi di Mirco Buffi dare in questo volume un descrizione
esauriente, da esperto storico dellarte, delle bellezze architettoniche di Monte
Compatri o, da esperto antropologo, della struttura sociale del posto, ma credo (anzi ne
sono quasi certo) che egli abbia voluto offrire, attraverso la sua lunga esperienza
vissuta, una via per una più rapida conoscenza dei posti e degli abitanti a tutti coloro
che, "infilandosi" in questo contesto, sentono accendersi tale desiderio.
Daltronde, sfortunatamente, nel recente passato non abbiamo avuto alcuna opportunità di
leggere qualcosa su Monte Compatri poiché non vè stata nessuna pubblicazione
significativa, fatte salve quattro iniziative editoriali della nostra associazione (Poesie
amare, Notizie storiche sulla Madonna del Castagno, Lazio insolito e Storia di una
associazione a 20 anni dalla sua fondazione) che, peraltro, abbracciavano temi
particolari e non spaziavano sulla "generalità di vita" percorsa
dallautore in questo libro.
Mirco non ha voluto ripercorrere un cammino costellato delle descrizioni degli uomini che "
sono
ricordati - come dice nel libro -
in quasi tutte le pubblicazioni che trattano della nostra amata cittadina", ma
ha voluto raccontare degli uomini che lui e tutti noi abbiamo conosciuto e con i quali
abbiamo condiviso molti momenti della nostra vita "
Uomini e donne che
meritano una giusta e doverosa attenzione, in quanto artefici di gesta eroiche o, più
semplicemente, perché giorno dopo giorno si sono impegnati o si stanno impegnando per il
loro paese, umilmente, senza chiedere altro se non rispetto e una mano là dove da soli
non riescono". Ha voluto ripercorrere la strada del tempo proponendo la sintesi
degli eventi storici significativi (cronistoria), prodotto di una attenta e minuziosa
ricerca fatta sia negli archivi comunali che dalla ricostruzione della memoria della
gente. Ha voluto parlare di quei fatti che, a suo avviso, "hanno formato più
marcatamente il modo di essere dei monticiani di oggi" perché il senso di questo
libro debba essere quello di "scoprire non Monte Compatri ma ... Lu Monde",
cioè il paese come viene visto dagli stessi suoi abitanti storici.
Ciò deve stare a significare che questo libro si presenta non come una sintesi di ricerca
del passato, ma come punto di partenza per la comprensione del futuro, basato sulla
tolleranza e sulla capacità di comunicare gli uni con gli altri per capire alfine che i
nostri valori sono comuni a quelli degli altri.
Armando Guidoni
"Se vuoi essere universale parla del tuo villaggio"
Leone Nikolaievic Tolstoi