Presentazione
L’invenzione
della scrittura segna un passaggio fondamentale nella storia della civiltà dei
popoli.
Quando
parliamo di preistoria non possiamo far altro che far riferimento a fossili, a
graffiti conservati in antiche caverne, soltanto con i primi documenti scritti
si può iniziare a parlare di storia. Proprio grazie a questi punti fermi si
possono ricostruire, ipotizzare ed interpretare gli avvenimenti del passato, da
quelli più antichi a quelli più recenti.
Durante
l’evoluzione dell’umanità altre invenzioni hanno modificato radicalmente l’esistenza
dell’uomo, pensiamo ad esempio all’introduzione dei caratteri mobili ad
opera di Gutenberg, un cambiamento che ha permesso la diffusione dei libri e
quindi ha dato vita ad una maggiore possibilità di conoscenza a strati sempre
più ampi della popolazione.
Sicuramente
possiamo annoverare tra le grandi invenzioni anche la fotografia.
Pensiamo
a quale impressione possa aver provocato nelle persone quel "clic"
fatto da dietro un telo e in mezzo tanto fumo; pensiamo quale emozione nel
vedersi ritratti all’istante senza dover posare per mesi davanti a pittori a
volte bizzarri e poco pazienti. Certamente tutto ciò segna un grande
cambiamento.
L’opera
che vi apprestate a sfogliare e a leggere "Monte Compatri: l’immagine dei
ricordi" ha il pregio di unire la storia e la fotografia o meglio di
raccontare la storia attraverso la fotografia.
Sono
stati scritti vari libri sulla storia di Monte Compatri, sono state date varie
interpretazioni ai documenti e ai reperti archeologici trovati nella nostra
zona, questo libro, invece, lascia parlare le immagini, lascia al lettore la
libertà di comprendere da solo i cambiamenti, le mode, le usanze che si sono
succedute in paese.
Ognuno
di noi ritroverà in queste fotografie volti di persone care di cui ha sentito
solo parlare, immagini di eventi centrali non solo per il nostro paese, come ad
esempio la guerra, aspetti di Monte Compatri ormai andati perduti.
Queste
immagini fanno parte del patrimonio culturale del nostro paese e raccontano
momenti salienti della vita della comunità, attraverso esse si può
ripercorrere il cammino compiuto in circa cento anni, un cammino che è stato
più o meno tortuoso e difficile, ma anche positivo e proiettato verso il
futuro. Sì, il futuro è proprio questa un’altra parola chiave di questo
testo che non vuole raccontare la storia di Monte Compatri per archiviarla in
qualche polveroso scaffale, ma vuole farlo per proiettare il paese verso nuove
mete, verso nuovi incontri, verso nuovi confronti.
"Monte
Compatri: immagine dei ricordi", si chiude con delle fotografie scattate a
bambini delle scuole elementari alla fine dell’anno scolastico 2000-2001, alla
banda Compatrum impegnata in un concerto di Giugno 2001 proprio per invitare
tutti i monticiani "vecchi e nuovi" a proseguire un cammino iniziato
ormai parecchi secoli fa.
Maria Rosaria Minotti
Introduzione
"Ho
iniziato la ricerca fotografica su Monte Compatri circa venti anni fa. Lo spunto
lo ebbi un giorno che, rovistando tra le vecchie carte di casa, trovai dei
vecchi negativi ingialliti e malridotti. Li presi, li portai in uno studio
fotografico e li feci sviluppare. La mia gioia fu grande quando vidi foto
inedite di mio padre e mia madre, e fu ancora più grande quando con queste
preparai un album fotografico e lo regalai a mamma. La sua reazione, oltre ad
inorgoglirmi, mi fece riflettere: anche altre persone avrebbero potuto reagire
in maniera analoga e vivere qualche breve momento di felicità nello spazio
infinito dei ricordi. Perché non farlo anche per loro?
Tutto il mio lavoro parte da quel momento, e pertanto, mi sembra la cosa più
ovvia dedicare questa pubblicazione a Lei, mia Madre, anche se da qualche anno
non è più tra noi. Sono certo che dal mondo sconosciuto dove vive, vede e mi
sorride.
Non
meravigliatevi, perciò (non potevo farne a meno), se quel neonato con quella
faccia tonda che ammirerete nella prima pagina di questo album sono io, e se tra
le prime fotografie troverete mia Madre Adriana e mio fratello Paolo (detto
Mario), sono quelle (io ancora non c’ero) che mamma spediva al fronte."
Sono
passati nove anni dall’ultima pubblicazione di foto d’epoca realizzata dalla
nostra "Associazione Culturale Photo Club Controluce". Di solito
queste pubblicazioni erano a tema e facevano, in un certo senso, da catalogo
alla mostra fotografica presentata in contemporanea ai nostri concittadini.
Negli
anni successivi numerose altre mostre, con fotografie d’epoca, sono state da
noi realizzate sui temi più disparati. Tutte hanno raccolto apprezzamenti e
interesse tra i monticiani, ma non abbiamo più avuto (perché devolute ad altri
impegni) disponibilità finanziarie da dedicare ad altre pubblicazioni sul tema.
Finalmente
abbiamo deciso, anche dietro sollecitazione di numerose persone, che è giunto
il momento di offrire ai nostri concittadini questa nuova pubblicazione
completamente dedicata a loro, che ne ricordasse gli abitanti, descrivendone
organicamente, con vecchie fotografie, la storia, mettendone in risalto i
momenti più salienti.
Nasce
così questo lavoro impostato su una "giornata" nella vita di una
comunità. Una giornata metaforica ricostruita nell’arco di una vita. In
particolare, nel nostro caso, ricostruita nell’arco di cento anni.
Non
sempre le fotografie sono riportate in ordine cronologico. Questo è dovuto al
fatto che cento anni fa non venivano effettuate, se non molto raramente,
fotografie del tipo di quelle con cui iniziamo, venute di moda solo tra gli anni
40/50 dello scorso secolo.
Tarquinio
Minotti
|