Pets e animali in cattività…
“Captivitas = Prigionia” (Saul Arpino)
Ante Scriptum
Siamo sicuri che é lecito, dal punto di vista dell’ecologia, imprigionare od addomesticare animali per le nostre necessità emozionali od estetiche? Cominciamo con il chiederci se va bene continuare a far riprodurre in modo abnorme ed innaturale cani e gatti da utilizzare come pets nelle nostre case, essi sono i nostri ostaggi, i nostri prigionieri dipendenti per tutta la loro vita, soprattutto se viviamo in città. Inoltre saremo costretti, sia pur essendo noi vegetariani, a nutrirli con scatolette e mangimi che altro non sono se non cadaveri di altri animali, viventi in allevamenti intensivi, uccisi all’uopo. E questo degli animali da “carne” é un tema che andrebbe affrontato separatamente per la crudezza in esso insita… ma per ora lasciamo perdere e torniamo ai “nostri beniamini”. Tutti questi animali da compagnia in natura non avrebbero potuto sopravvivere nel numero di capi ora presente. Milioni e milioni di cani e gatti, non solo quelli “registrati” ma anche quelli dei canili e dei gattili nonché le moltitudini di randagi, semirandagi e mascottes di quartiere, etc. tutti sopravviventi comunque attraverso i sottoprodotti del sistema consumista (rifiuti, spargimento di cibo abbandonato, razzie nei pollai, ovili, etc.). Quanti di questi animali sarebbero in grado di vivere allo stato naturale? Forse non più di uno su mille o diecimila o (più verosimilmente) centomila…
Ora passiamo agli altri animaletti da compagnia, anch’essi tenuti prigionieri nelle case: criceti, coniglietti, serpenti, uccelli, pesci, etc. e con essi vediamo che i nostri prigionieri superano alla grande il numero degli umani stessi che popolano l’Italia, ivi compresi gli extracomunitari irregolari o regolari che siano. L’Italia insomma é un enorme campo di concentramento per esseri viventi, magari mettendo nel numero anche gli zingari che stanno nei campi nomadi, gli abitanti dei ghetti extraurbani e delle borgate, i pendolari obbligati, gli impiegati negli uffici, gli operai in fabbrica, i ragazzi nei call center, le mogli nelle cucine, i bambini negli asili nido, … e dir si voglia. Insomma mi pare che la tendenza a trarre in schiavitù non sia solo rivolta alle specie animali ma all’uomo stesso… Riflettiamo su ciò!
Paolo D’Arpini
Ed ora leggete il resto…
“Finché un animale sarà recluso nessun uomo sarà libero” (Franco Libero Manco)
L’usanza di tenere uccelli in gabbia addolora chi ha un animo sensibile. Splendide creature, assetate di sole e di cielo, nate per essere libere, tristemente recluse in strettissimi spazi per allietare con il loro canto e la loro bellezza esseri umani privi di coscienza. L’uccello, dalle ali a ventaglio e dal piumaggio smagliante, ama spazi illimitati, cerca i suoi simili; ma l’uomo, l’uomo lo strappa al suo mondo, lo reclude, per tutta la sua brevissima esistenza, in minuscole gabbie dove i giorni, i mesi, gli anni, tutti disperatamente uguali, scandiscono il tempo fino all’ultimo suo istante di vita, fino alla sua liberazione, fino alla morte. E sogna l’uccello alberi verdi e campi d’erba in fiore che non vedrà mai; sogna la fresca acqua della terra; sogna il caldo sole negli occhi, la pioggia tamburellante sui rami, il suono delle fronde che vibrano al giocare del vento, e canta l’uccello la sua struggente nenia senza poter di sfuggire al suo destino, alla sua incomprensibile condanna.
E che dire del pesce nel vaso o nell’acquario? Piccolo essere dalle squame lucenti escluso per sempre dalle distese blù dei suoi oceani. Gira il pesce, gira su se stesso, cento, mille volte al giorno, nella sua abissale solitudine e mentre le sue lacrime (chissà) si dissolvono nell’acqua, di lui ridono gli umani e il bambino dice “mamma, guarda che bello, che bei colori, che bella coda”. Che dire di tutti gli animali ai ferri negli stabulari? dei lager degli allevamenti intensivi? dei cuccioli di vitello incatenati, veri e propri bambini ai quali viene impedito qualunque movimento, qualunque contatto con la propria madre: creature che conoscono solo sofferenza fino alla liberazione del coltello: identica sorte dei loro sventurati cugini maiali. E che dire del cane alla catena? Dio li crea liberi e l’uomo li imprigiona. Abbiamo trasformato questa terra in un’immensa camera di tortura per animali.
Dov’è il cuore della specie umana? La durezza e l’indifferenza verso il dolore dell’altro rendono l’uomo il più tirannico dei predatori. C’è nulla di più crudele, di più ingiusto, di più disumano della privazione della libertà di una creatura innocente, nata per essere libera? C’è nulla di più egoistico che cercare il proprio piacere sull’altrui sofferenza? L’insensibilità umana, l’oggettivazione del diverso, non portarono forse l’uomo a concepire l’idea dello schiavismo? Ciò che legittimò lo sfruttamento del più debole a vantaggio del più forte? Ciò che lo inclinò alla negazione del valore supremo della Vita?
Perché imprigioni ingiustamente mentre non vorresti essere imprigionato? Perché causi sofferenza se tu stesso cerchi di fuggirla? Chi ruba l’altrui libertà imprigiona la propria coscienza, tarpa le ali alla propria anima. Libera quella quell’ uccellino che hai nella gabbia, quel pesce che hai nell’acquario…, spezza le sue e le tue catene e finalmente anche tu sarai un uomo libero.
Franco Libero Manco
………….
Post Scriptum
…..mercoledì 5 maggio, alle ore 8,50 nella trasmissione televisiva di Rai 1 condotta da Michele Cucuzza e Eleonora Daniele, nutrizionista di turno era Ciro Vestita il quale nella consueta rubrica di cucina affermava che la carne, pesci e calamari, sono necessari perché fonti importanti di ferro, che coloro che non mangiano tali prodotti rischiano carenze di ferro e che le popolazioni che non mangiavano la carne si sono estinte prima; mentre l’ematologo Mario Petrini affermava l’importanza del mangiare crudo (e che lo stesso Ciro Vestita condivideva) e che una maggiore presenza di acido folico favorisce maggiore capacità di concepimento. Sarebbe interessante sapere come sia possibile conciliare le due cose, cioè mangiare carne cruda, e nello stesso tempo assicurasi l’acido folico prerogativa del mondo vegetale. Inoltre. Di quali popolazioni parla il nutrizionista dal momento che i popoli più forti della storia, come i legionari romani e gli eserciti di sparta, erano pressocché vegetariani? Di quali popoli parla se gli Esquimesi che mangiano solo o quasi esclusivamente carnami sono il popolo con la lunghezza della vita media più bassa in assoluto mentre le popolazione per tradizione vegetariane si collocano agli antipodi, cioè hanno una lunghezza di vita media di 100 anni, praticamente con 70 anni di differenza?
Anche se ingerissimo tonnellate di ferro il nostro organismo non se ne gioverebbe per il semplice fatto che non dipende dalla quantità di ferro che viene ingerito ma dalle cause che impediscono la sua utilizzazione che sono: carenza di calcio, di rame, di vit. C, poco esercizio fisico, cattiva digestione, eccesso di sale, di caffè, di tè, di vino rosso (i cui tannini abbattono del 70 percento l’assorbimento ferrico), cioccolato, gastrite, ulcera peptica, ernia iatale, emorroidi, polipi o lesioni tumorali intestinali, aspirine, analgesici, tranquillanti, integratori, farmaci, zuccheri, dolcificanti industriali, carne, latte, bevande gassate, malattia celiaca, donazioni di sangue, perdite da operazioni e simili. Anche i fitati dei cereali e i fosfati delle uova, i prodotti a base di soia, verza, cavoli, ne ostacolano l’assorbimento. Per contro i fattori che favoriscono l’assorbimento del ferro sono: il fruttosio, la vitamina A, il complesso B, la vitamina C, la vitamina E, il rame, il cobalto, il calcio, il manganese. La vitamina C aumenta del 30% l’assorbimento del minerale. Le anemie vengono provocate dalle carenze della vitamina C, E, e P, (sinergiche col ferro), dagli eccessi di B12 (antitetica col ferro e con la vitamina C). Il ferro contenuto in forma ferrica negli alimenti deve essere convertito in forma ferrosa durante il processo di digestione per essere assimilato. Buona parte di questa conversione è dovuta proprio alla presenza di vitamina C.
Siccome il personaggio in questione è ormai alla sua ennesima televisiva follia nutrizionale (perché dovrebbe dimostrare come mai la carenza di un componente nutrizionale, quale è la carne, naturalmente incompatibile con la nostra specie, dovrebbe causare accorciamento della lunghezza della nostra vita e non il contrario) vogliamo scrivergli per chiedergli di smetterla e affermare cose che danneggiano la salute (e la coscienza) delle persone, degli animali e dell’ambiente? Consigliamogli di informarsi sulla realtà inoppugnabile della eccellente salute dei vegani che a differenza degli onnivori non soffrono quasi mai di carenze di ferro. Scriviamo anche al direttore di Rai 1 per chiedergli di sostituire il Ciro Vestita con esperti nutrizionali più avveduti e con una cultura che implichi la conoscenza dell’anatomia comparata, lo studio degli istinti, l’ematologia, oltre alla vera scienza alimentare.
Scriviamo all’oggetto: MANDATE VIA CIRO VESTITA.
Al Direttore di Rai 1 Mauro Mazza: m.mazza@rai.it
Al Direttore di Uno Mattina: unomattina@rai.it
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