“Pesticidi nel piatto”
Più di un terzo della frutta che nel Lazio portiamo sulle nostre tavole ha residui chimici (il 40,9% del campione contro il 32% dello scorso anno), pur essendo “regolare” secondo la normativa: è questo il dato più preoccupante, ancora in risalita rispetto allo scorso anno, del rapporto Pesticidi nel piatto 2008 di Legambiente. Peggiora anche la percentuale di campioni “fuorilegge”, frutta e verdura in cui la quantità di pesticidi rilevata ha superato il limite fissato dalla legge (lo 0,6%): nonostante la riduzione dei controlli (da 1.256 a 1.157) aumentano i prodotti contaminati che hanno superato il limite della legalità (da 5 a 7). Ma analizziamo un quadro più completo. Sono 1.157 i campioni analizzati, cioè 99 in meno rispetto all’anno passato, con risultati che lasciano perplessi: diminuiscono infatti i campioni regolari senza residui (dall’85,3% del 2007 all’80,3% del 2008), mentre aumentano ancora i campioni regolari con più di 1 residuo di pesticida (dal 3,6 % dell’indagine 2007 allo 4,6% del 2008) e aumentano anche i regolari con un solo residuo (dal 10,7% del 2007 al 14,5% del dossier 2008). Peggiorano pure i campioni irregolari, cioè quelli la cui soglia limite di quantità di residui è stata superata da uno o più pesticidi: 5 nella provincia di Roma (1 campione di pomodoro, 1 di cappuccina e 1 di loti di provenienza sconosciuta; 1 campioni di pesche e 1 di lattuga di provenienza locale per il superamento del limite di Dimetoato); 2 nella provincia di Latina e in quella di Frosinone (1 campione ciascuno di mele per il superamento di Procimidone).
Cambiamenti preoccupanti per la nostra Regione, che potrebbero essere considerati un campanello d’allarme: secondo l’indagine annuale che raccoglie ed elabora i risultati delle analisi realizzate dai laboratori pubblici sui residui di pesticidi sui prodotti ortofrutticoli. Va segnalato infine, che anche quest’anno -e in misura ben più evidente e preoccupante del passato – si sono verificate le morie delle api e gli spopolamenti degli apiari in corrispondenza delle semine effettuate con semi conciati e con la dispersione di molecole neonicotinoidi nei campi. A lanciare l’allarme sono state ancora una volta Legambiente e Unione nazionale associazioni apicoltori italiani che insieme hanno rivolto un appello al Governo per la sospensione immediata degli insetticidi killer, e per l’aggiornamento delle procedure di autorizzazione che tengano in ben altro conto l’impatto ambientale delle nuove e potentissime molecole tossiche persistenti nell’ambiente. È necessario evidenziare, da ultimo, che le analisi meno positive (con un maggior numero di campioni irregolari o con residui), non stanno ad indicare le regioni “peggiori” ma solo quelle che conducono le analisi con maggior precisione e completezza, anche perché i campioni analizzati sono stati prelevati tra quelli in commercio e possono provenire da ogni luogo d’Italia e dall’estero.
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