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Perché un viaggio in Romania – Monasteri e chiese-parte prima

Perché un viaggio in Romania – Monasteri e chiese-parte prima
Maggio 14
13:30 2012

Monastero VoronetNella ricerca di “motivi” per un viaggio in Romania, dopo i diversi ambienti naturali che questa terra offre, i turisti possono scoprire l’architettura imponente di molte chiese, le loro pitture interne ed esterne di grande valore artistico, prove religiose che dimostrano la fede in Dio del popolo rumeno.

Infatti in qualsiasi area del paese troviamo molte chiese che mostrano l’interesse della gente per la “casa di Dio”, casa più importante della propria casa. Questo è molto interessante per capire il carattere “religioso rumeno”: infatti la maggior parte dei romeni, circa 86,8%, sono ortodossi, il 4,5% sono cattolici e l’8,7% professano altre religioni. Quindi la maggioranza delle chiese appartengono al culto ortodosso, ma arrivando in qualche villaggio o in una città, troviamo accanto alla tipica chiesa ortodossa, decorata sia internamente che esternamente, chiese cattoliche rinascimentali – come per esempio la Cattedrale romano-cattolica di Arad -, di stile Baroque, la Cattedrale romano-cattolica di Iasi, gotica  e la Cattedrale cattolica di Baia.

Veri e propri gioielli non solo della spiritualità rumena ma anche per il loro valore artistico, sono i monasteri ortodossi che sorgono spesso in zone remote, lontano dalla vita frenetica delle città o dei villaggi, immersi nella  natura, dove i monaci alzano la preghiera al cielo, giorno e notte. Alcuni monasteri sono stati costruiti su i resti di antiche chiese come a Tismana o a Prislop, altri sono costruiti e dedicati ad alcuni governanti famosi, come quello di Putna, santificata nell’anno 1469, costruito in due anni dal principe Stefano il Grande per rendere grazie a Dio del buon esito di una battaglia. Nel suo regno durato 47 anni ha combattuto trentasei battaglie di cui trentaquattro vinte. Il cronista Grigore Ureche (cronista moldavo nato nel 1590, autore della prima cronaca moldava in lingua romena; fu il primo romeno ad affermare l’origine romana del suo popolo e la provenienza latina della sua lingua) scrive nel “Letopisetul Tarii Moldovei” (libro prezioso di  carattere storico dove gli eventi della Moldavia tra 1359 e 1594 sono stati registrati in ordine cronologico), che Stefano il Grande ha costruito e riparato 44 monasteri e chiese che hanno resistito nel tempo e hanno mantenuto la fede in Dio. E’molto importante ricordare che prima di ogni battaglia Stefano andava a confessarsi dal suo confessore, il monaco Dalil dal quale ha ricevuto ogni volta la benedizione; ed è  per la sua attenzione della casa di Dio e per la sua fede che è stato dichiarato santo dalla Chiesa Ortodossa  Rumena nel 1992 e la sua festa si celebra il 2 luglio.

Ancora oggi il Monastero di Putna ospita la tomba di Stefano e le sue icone e  lapidi sono ritenuti esempi di arte moldava di quel tempo.

La caratteristica principale di queste chiese, che le rendono famose in tutto il mondo tanto che l’Unesco dal 1993 ne ha considerate ben 8 come “Patrimonio dell’umanità”, sono la tipica architettura ma soprattutto le pitture che decorano le pareti esterne ed interne.

-La Chiesa del monastero Moldovita, nel distretto di Suceava, (come ben altri 5 monasteri siti nel nord della Moldavia) è famoso per i dipinti sulle pareti esterne, ben conservati e che risalgono al 1537. Rappresentano la preghiera di tutti i santi  e dei rappresentanti della cultura classica, Pitagora, Platone, Aristotele e Sofocle considerati i precursori del cristianesimo.

-La Chiesa “Resurrezione” del Monastero Sucevita, costruito in stile architettonico moldavo fonde elementi bizantini e gotici, con elementi architettonici delle antiche chiese di legno moldave. Le mura della chiesa, sono interamente coperte di affreschi di grande valore artistico, raffiguranti la narrazione completa del Vecchio e Nuovo Testamento.

-La Chiesa di San Giorgio del Monastero Voronet del 1487, ha  pitture dove predomina  una nuance blu, realizzata con un pigmento oggi noto come “Voronet Blue” (termine aggiunto al lessico d’arte accanto a colori come il “Titan Ted” di Rubens ecc.), che rappresentano delle scene del Giudizio Universale, ricoprenti tutto il muro occidentale; per questo il monastero viene chiamato  la Cappella Sistina d’oriente.

-La pittura della chiesa dedicata alla Decapitazione di San Giovanni Battista nella località di Arbore del 1503, è caratterizzata da una durata eccezionale del pigmento blu. L’edificio della chiesa costruito in mattoni e pietra estratta dalle cave della zona, presenta anche novità architettoniche e un perfetto equilibrio delle proporzioni.

-La chiesa del Monastero di Humor, monastero femminile del 1530 di Petru Rares, è dedicata alla dormizione della Vergine Maria o Theotokos; caratteristici sono il portico con due archi spezzati e  le  pitture murali della Vergine col Bambino.

-La  Chiesa  di “Santa Croce ” in Pătrăuţi del 1487, è un mirabile esempio di architettura medievale moldava. La sua fama la deve ad uno dei suoi affreschi, quello nel nartece, sulla parete ovest, che rappresenta un raro “Cavalcata della Santa Croce”, espressione del pensiero anti-ottomano rumeno-cristiano. Abbiamo parlato molto brevemente di una parte del patrimonio che si mantiene intatto dopo più di 450 anni; nel prossimo numero parleremo delle “chiese di legno”, anche loro dal 1999 inscritte nel patrimonio dell’Unesco. (libera traduzione da un art. in rumeno di Maria Apopei)

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