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Perché sostengo l’appello lanciato dal Movimento CBC

Marzo 11
16:08 2013

Eccezionalità che gli esperti in particolare ravvisano nell’osmosi tra letteratura e arte plastica che si evince ammirando il gruppo marmoreo e leggendo le Metamorfosi di Ovidio: «Queste statue entreranno nei manuali di storia dell’arte classica» afferma in un’intervista a “la Repubblica” la soprintendente Elena Calandra responsabile degli scavi. Tutto ciò rafforza il valore intrinseco del sito del ritrovamento, che si conferma luogo che ispirò ai frequentatori del circolo letterario di Messalla la loro poesia bucolica, pastorale, che esaltava la pace della campagna e l’amore. Il testo dell’appello che il Movimento Ciampinobenecomune ha lanciato evidenzia inoltre come la Storia si sia più volte incaponita a tornare in questo luogo: quasi milletrecento anni dopo Messalla con Cola di Rienzo e poi con Alberico da Barbiano ed infine nel Seicento con i Colonna che ne fecero un rifugio di caccia prezioso come il loro barocco, un Barco con casali a cui si accedeva da quel mirabile Portale del Rainaldi dichiarato patrimonio nazionale nel 1935 e crollato per incuria due anni fa: le macerie ancora giacciono ai bordi di via dei Laghi. Malgrado ciò, l’amministrazione comunale di Ciampino pervicacemente si ostina a mantenere il suo piano urbanistico di zona 167 che consiste in 55.000 metri cubi che saranno riversati a pochi metri di distanza dall’area degli scavi e dalla piscina, scenario originale delle sculture, ed in 67.000 metri cubi a dieci metri dalle terme di una villa romana emerse in questi mesi a Colle Olivo, sito contiguo a quello di Mura dei Francesi. Il Movimento CBC sottolinea che ha lanciato questo appello perché ad essere in pericolo non sono solo i singoli reperti, ma l”insieme’ materiale ed immateriale costituito dai siti dei ritrovamenti tutti di straordinario valore, archeologico e paesaggistico. Tutti insistenti su di una stessa fascia a ridosso dell’Appia Antica, tra la ‘Piana di Ciampino’ e le prime pendici dei Castelli Romani che, ancora adesso, interrompe il continuum edilizio tra Roma e l’area dei Colli Albani. La scommessa è per la salvaguardia di questi siti, che non sia «… limitata alla conservazione del singolo edificio o della struttura avulsa dal territorio circostante, [ma miri] …a ricostruire un tessuto connettivo che rischia di perdersi…», come nel lontano 2002 testualmente richiedeva la Soprintendenza paesaggistica con un’osservazione fatta propria dallo stesso Comune di Ciampino che l’ha inserita nel suo PRG, ma ignorata e calpestata proprio dal piano urbanistico dell’amministrazione comunale. Dall’ultima area di verde rimasta a Ciampino la città dovrà e potrà ripartire per farne un punto di forza per un’altra economia che non si basi, ancora una volta, sul mattone, ma sul bisogno di cultura e di bellezza. Per info e adesioni “change.org petizione ciampino“.

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