Notizie in Controluce

Quello che sta spingendo centinaia di uomini e donne che vivono lavorando nei più svariati settori dello spettacolo, dagli autori agli operatori, dagli attori ai costumisti, agli scenografi ai produttori, è la consapevolezza, ormai acquisita sulla propria pelle, del progressivo svilimento del significato del proprio lavoro, in un paese in cui il raccontare la Storia attraverso le Storie non viene più riconosciuto come meritevole di attenzione da parte di una classe dirigente (tutta) incapace di riconoscersi nel paese che governa. Il Cinema, il Teatro, la Letteratura, l’Arte in genere, e quella Cultura che qualcuno definisce come “non commestibile”, sono le finestre attraverso le quali si aprono squarci di riflessione profonda e di consapevolezza sui percorsi storici che un paese attraversa nel suo progredire. Ma in un paese che si vuole tenere immobile, fossilizzato nel suo stato di spettatore catatonico e acritico di eventi che vengono costruiti sulla misura del nulla che ci governa, quel compito di riflessione, quasi come in uno specchio, che l’Arte in genere deve assolvere per essere vera comunicazione, viene visto con sospetto, se non addirittura con rancore. E coloro che di arte, di comunicazione, di spettacolo, in una parola di Cultura, hanno scelto di vivere vengono progressivamente emarginati e additati come parassiti inutili di un corpo felice di espellerli. Contro questa visione del mondo oggi manifestano e protestano coloro che dello spettacolo hanno fatto motivo di vita.