Perché è impossìbile cambiare il mondo (ma dopo il coronavirus?) – Una riflessione
Da domenica 4 novembre a domenica 11 novembre 2012, Pietro Tartamella, accettando l’invito e condividendo il progetto Gent-Bang di Ip Man e dell’associazione Viadagio, ha vissuto da eremita nella barca Amatillo ancorata in un canale della cittadina di Gent, in Belgio.
Per quattro settimane, quattro diversi artisti si sono alternati a vivere nella barca come eremiti; senza televisione né radio, senza telegiornali, senza libri, senza giornali, senza computer, senza connessione internet, senza cellulare, senza luce elettrica, senza bagno, senza acqua corrente.
Gli unici materiali che potevano avere con sé erano quelli relativi alla propria arte. Tartamella aveva quaderni e penne a biro per scrivere. E ha scritto per sette giorni a mano di continuo.
Nel libro Perché è impossibile cambiare il mondo – riflessioni di un eremita, di Piètro Tartamèlla, La Ruòta Edizioni Collana Cascina Macondo, l’autore racconta nel dettaglio la sua esperienza quotidiana da eremita, rivelandoci inoltre le infinite riflessioni che si sono succedute di giorno e di notte senza ordine alcuno nel silenzio e nella tranquillità della barca.
Si legge nella prefazione: «…..In questi ùltimi cinquant’anni ci sono stati grandi progrèssi nella sciènza, nella medicina, nelle telecomunicazioni, nell’ informàtica, nell’astronomìa, nella cibernètica. Pòchi progrèssi nelle sciènze sociali e nella concezione della “democrazìa”.
Confèsso che, dopo òtto anni che questo libro èra rimasto chiuso in un cassetto, hò avuto una cèrta urgènza, ora, di darlo alle stampe. Forse perché ormài sono alla sòglia dei settantadùe anni, forse perché lo ritèngo un pò’ il mìo testamento filosòfico-spirituale, forse perché vi è abbozzata la mìa provocatòria visione di una “società solidalista” che adèsso mi prème, finalmente, condividere».
Caratterìstica particolare del libro è la sùa stesura con accentazione ortoèpica lineare, precisa scelta editoriale di Cascina Macondo, che consiste nella scrittura della lingua italiana con la règola di accentare obbligatòriaménte non solo le paròle tronche, come normalmente accade, ma anche le paròle sdrùcciole, e di segnalare con l’accènto grave sulle sìllabe tòniche, il suòno apèrto della vocale “è” e della vocale “ò”, trasferèndo così al lettore tutte le informazioni ùtili e necessarie per un’esatta pronuncia della lingua italiana.
« … In riva al mare respiriamo un’aria ricca di iòdio. In montagna respiriamo un’aria più fresca, ricca di ossìgeno. Inspiriamo iòdio e ossìgeno che entrano in noi, nel nòstro sangue e si diffóndono in ogni cèllula. Il furto, è l’aria speciale che respiriamo ovunque, non solo al mare e in montagna, ma in ogni luògo e in ogni momento della nòstra vita. È il furto il crìmine più diffuso.
Per potersi infatti formare una cultura, per potér lèggere, studiare, scrìvere, viaggiare, sognare… milioni di persone vìvono rubando il tèmpo alla nòtte, al sonno, alla famiglia, al lavoro, alla salute, ai figli. Veri e pròpri ladri che rùbano il tèmpo ovunque. Sòffrono, òvviaménte, per non poterlo fare alla luce del sole.
Da molti anni gli editori, le bibliotèche, lo Stato, le scuòle, hanno iniziato a imbastire massicce campagne pubblicitarie sull’importanza della lettura, invitando i cittadini a lèggere di più. Cèrto, sono campagne funzionali, vòlte a véndere più libri e a diffóndere la cultura, ma sono anche campagne a doppio taglio, perché di fatto, se il tèmpo che hai a disposizione lo dèdichi a tutti i fronti della burocrazìa che ormài ha sbarre sèmpre più alte e ti schiaccia sèmpre di più, se lo dèdichi alle incombènze quotidiane e alle còse inderogàbili che occorre fare ogni giorno per vìvere, finisce che mentre da una parte sèi stimolato a lèggere, nello stesso tèmpo sèi stimolato a “rubare di più il tèmpo”. Quindi queste campagne èducano al furto, creando una mentalità, un atteggiamento, che spinge al furto del tèmpo, un atteggiamento che ti pèrmea pian piano. Si tratta solo di “tèmpo” è vero, ma il concètto sostanziale è sèmpre il “furto”… ” dalla prefazione – il crìmine più diffuso
Non ci sono commenti, vuoi farlo tu?
Scrivi un commento