Per Valerio
Per Valerio Strinati, storico e giornalista
Venivo allora
(A Valerio, in vita)
Venivo allora
nei pomeriggi d’autunno
lungo le vecchie mura
per la via bagnata di sole
ed entrando, nel buio,
di tutto quel bagliore
ritrovavo, nei tuoi occhi,
le gocce più calde.
Eugenia Rigano
In morte di Valerio
(3 dicembre 2024)
E il tempo regalato,
noi sopravvissuti,
a chi pagarlo?
Che anni siano, o giorni, stagioni di freddo o di fuoco,
che conta?
Muto si srotola il papiro
sulla linea del tempo.
Sconosciuto all’uomo, che lo scopre ogni giorno.
Per chi sa leggerlo, e vede,
già tutto esiste,
da sempre,
ciò che per noi diviene.
E la sera in cui, stanco,
hai poggiato il capo sul braccio,
lento,
come bimbo tediato da troppo lunga lezione,
chi ti era vicino nel sogno?
Euridice madre, sciolte le bende,
ti aspettava ridente?
E presa la mano, mano di bimbo, rosea e paffuta,
ti ha ricondotto per strade tortuose
nel suo grembo di sonno e di terra.
Lasciato il vino e il convito,
i tumulti, il sudore
le estasi effimere e il lungo dolore,
l’orgoglio che paga lo sforzo tenace,
la mano dei figli
a riconciliare la vita
dormi.
Eugenia Rigano
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