Per un’Europa libera e unita A misura d’uomo Altiero Spinelli, 18 agosto 1943
“Guardavo sparire l’isola nella quale avevo raggiunto il fondo della solitudine, mi ero imbattuto nelle amicizie decisive della mia vita, avevo fatto la fame, avevo contemplato come da un lontano loggione la tragedia della seconda guerra mondiale, avevo tirato le somme finali di quel che ero andato meditando durante sedici anni, avevo scoperto l’abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensar pulito, l’ebbrezza della creazione politica, il fremito dell’apparire delle cose impossibili. E pensando, al di là degli anni di Ventotene, alla lunga attesa che ora volgeva al termine, mi veniva fatto di dire, con Vico, senza troppo ben capire cosa ciò significasse, che questi sedici anni erano sembrati una traversia ed erano stati una provvidenza, poiché ero stato afferrato e messo da parte nel momento in cui mi ero consacrato a un’opera priva di ogni senso di misura, ed ero restituito fra gli uomini quando ero ormai maturo per un lavoro difficile e ambizioso anch’esso, ma che era veramente à l’échelle humaine.(…) Con me non avevo per ora, oltre me stesso, che un Manifesto, alcune Tesi e tre o quattro amici…”. (da Come ho tentato di diventare saggio – il Mulino 2006, di Altiero Spinelli)
A cura di Maria Lanciotti
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