“Per una nuova rinascita. La sanità e la medicina che vogliamo”
Un’ esperienza altamente positiva, piena di umanità, gentilezza e dunque di saggezza. E’ quella che ho sperimentato, lunedì 8 febbraio 2021, nel punto vaccinale anti-Covid del Presidio “George Eastman di viale Regina Elena a Roma.
A cominciare dall’infermiera che mi ha accolto all’ingresso al medico per l’accettazione al suo collega per l’anamnesi all’infermiere che mi ha somministrato la prima dose e infine all’infermiera che mi ha accompagnato all’uscita. Passaggi rapidi
all’insegna della più sincera e spontanea disponibilità e cortesia. “Ma voi tutti qui all’ “Eastman” avete frequentato un corso speciale di psicologia” ? è stata la domanda che mi è venuta spontanea di fare.
Una eccezione o un’inversione di tendenza? Certamente è il sintomo di una salutare rinascita, forse l’alba di una nuova era.
Sta di fatto che da tempo- come mostrano diverse ricerche- la sanità e la medicina hanno acquistato in tecnologia quello che hanno perduto in umanità. Una barriera calata tra medico e paziente. Un processo di disumanizzazione. Medici e infermieri descritti come ansiosi, scostanti, aggressivi, demotivati, burocrati, algidi. Una parola non garbata, un comportamento non gentile può causare ferite nell’anima, Non c’è cura del corpo e della mente infatti se non è intessuta di gentilezza e dunque di saggezza, che sono sentimenti di per sé già curativi.
Come “medico dell’anima” da anni impegnato nella cura delle patologie mentali e come autore di libri nel campo delle neuroscienze e della psicoanalisi, ritengo altamente positivo sottolineare, soprattutto in un momento di grave crisi depressiva individuale, sociale ed economica, gli aspetti qualificanti che il Paese sa offrire anche come nuovo paradigma esistenziale.
Un forte apprezzamento quindi ai medici, a partire dal primario, e agli infermieri del presidio “George Eastman” con l’augurio di continuare nell’alveo di questa feconda tendenza, al fine di umanizzare sempre di più la medicina e la sanità.
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