Per una nuova giunta capitolina di rottura del sistema di potere politico-affaristico che ha generato “Mafia Capitale”.
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Il marcio venuto alla luce riguarda, per ora, un settore, quello dell’assistenza ai rifugiati, la gestione dei campi Rom, la manutenzione del verde e la raccolta dei rifiuti. Probabilmente è solo la punta di un iceberg ben più esteso.
La Magistratura deve andare avanti fino in fondo attivando le sue indagini anche negli altri campi dell’amministrazione cittadina: urbanistica, commercio, lavori pubblici, trasporti. In particolare seguendo le tracce già evidenziate dalle relazioni della Corte dei Conti sulle grandi opere.
Tuttavia noi sappiamo che non saranno solo le indagini a fare pulizia, l’ha detto chiaro il Procuratore Pignatone: la magistratura non può sostituirsi alla politica.
Al di là dei risvolti criminali e penali evidenziati dall’inchiesta, emerge come un macigno la responsabilità bipartisan della politica capitolina per il formarsi nel corso del tempo, fin dalle giunte Rutelli e Veltroni, di quel sistema di potere fondato sulla collusione fra politica e poteri forti, le loro lobby e i loro grandi e piccoli faccendieri, che ha infettato l’amministrazione pubblica esponendola all’infiltrazione dei poteri criminali.
Occorre una rottura politica e morale di e con questo sistema di potere politico-affaristico che sta corrodendo come un cancro la Capitale e che con le giunte Alemanno è diventato metastasi. Chiediamo una pulizia radicale nel governo capitolino, fondata su basi nuove e di lotta contro il malaffare ovunque annidato e sulla ricostruzione del primato dell’interesse pubblico in ogni settore della vita della città.
Il Sindaco Marino ha il dovere di raccogliere questa richiesta di rinascita morale e materiale: ogni indugio, ogni patteggiamento con il vecchio ceto politico che ha riportato Roma alla vecchia immagine di “capitale corrotta” di una “Nazione infetta” sarebbe un delitto e uno schiaffo a tutti coloro che chiedono pulizia e giustizia.
Per dare sostanza e forza ad una nuova azione di governo imperniata su moralità e buona politica, la nuova giunta deve preliminarmente aprire porte e finestre alla partecipazione dei cittadini, singoli o associati, alla gestione della città. Ascoltandone le istanze e le proposte, favorendone il dispiegarsi dell’impegno civico, discutendo con loro le scelte non solo urbanistiche ma nelle politiche dei servizi, nella manutenzione e nel decoro urbano, nella viabilità e nei trasporti. Questa città metropolitana non può essere governata democraticamente se non si ripristina la sovranità degli abitanti attraverso la trasformazione dei Municipi romani in Comuni, il ricorso a metodi di decisione popolare delle priorità e delle pratiche di controllo e la diffusione di forme di gestione delle aziende pubbliche da parte di lavoratori e utenti.
Purtroppo l’avvio della Città Metropolitana, senza il coinvolgimento dei cittadini, ha segnato negativamente e in maniera antidemocratica la sua nascita.
Così come fondamentale è restituire piena pubblicità e trasparenza a tutti gli atti comunali: a partire dal debito e soprattutto dalle responsabilità di chi l’ha accumulato; dai contratti per beni e servizi; dalle regole interne all’amministrazione, ai criteri per le nomine dei dirigenti dei Dipartimenti e di tutto il personale politico e tecnico-amministrativo. Con presentazione in pubblica discussione del Bilancio comunale, per decidere come e su cosa investire le risorse economiche. La lotta contro la corruzione deve trovare alimento anche e soprattutto attraverso la lotta all’evasione fiscale e contributiva sotto qualsiasi forma e in qualsiasi settore, e attraverso la rottura dei meccanismi che hanno favorito e favoriscono un trasferimento di risorse pubbliche verso attività mafiose e criminali con la complicità di funzionari pubblici e di esponenti e rappresentanti delle pubbliche istituzioni. Occorre mettere fine ai favoritismi nelle assegnazioni di beni e risorse pubbliche – siano alloggi sociali, impianti sportivi, finanzianti ad associazioni, ecc. – che alimentano la filiera della corruzione pubblica e del clientelismo politico.
Occorre innanzitutto bloccare le privatizzazioni e le esternalizzazioni dei servizi, ripublicizzando le Aziende e reinternalizzando i lavoratori. Per questo necessita riformare radicalmente il meccanismo degli appalti nei settori dei servizi pubblici e sociali ed il governo delle aziende ad essi preposte che vanno mantenute (o riportate) in mano pubblica evitando la sciagura della privatizzazione. Va azzerato il meccanismo degli affidamenti diretti alle società o cooperative “amiche”, sull’onda di emergenze spesso create ad arte, al di fuori di regolari gare. Prioritaria diventa in questo caso la revisione delle politiche di accoglienza per migranti e Rom da affidare ad una diretta responsabilità pubblica con il definitivo superamento dei campi.
Questa città ha urgente bisogno di un governo che sia dalla parte degli abitanti e soprattutto di quelli tra di essi che soffrono le condizioni di maggior disagio e degrado urbano e sociale, alimentate da una politica di sviluppo e di crescita urbana che riproduce periferie sempre più lontane e isolate, prive di servizi pubblici e sempre più distanti dalle istituzioni, dove cresce il rancore e il risentimento alimentato ad arte dai settori collusi con il crimine fascio-mafioso. Per queste ragioni diventa prioritario un atto virtuoso di governo che stabilisca una moratoria al consumo di suolo e all’espansione urbana, bloccando le varianti al PRG di ulteriori edificazioni, cancellando inutili grandi opere, spesso grandi non per la loro effettiva utilità pubblica, ma per il volume degli affari garantito a speculatori rapaci ed affaristi ben noti. Quelle ingenti risorse vanno investite nei pubblici servizi e nella riqualificazione delle periferie.
Il Sindaco deve urgentemente procedere a questo necessario cambiamento dentro il governo comunale partendo da un sostanziale azzeramento dell’attuale giunta. Non perché in essa non vi siano anche persone probe ed oneste, ma per facilitare la necessaria operazione politica di rifondazione del governo capitolino al riparo dei condizionamenti diretti e indiretti del vecchio sistema di potere. Se lo farà troverà la solidarietà e il sostegno di questa città.
Scegliere “strade nuove”, comporta anche scegliere “persone nuove”. A guidare il Campidoglio debbono essere chiamate persone moralmente specchiate, di alto profilo civile, competenti e con esperienza, ma anche con storie personali lontane dagli ambienti partitici e amministrativi che hanno governato la città negli ultimi vent’anni.
Persone che siano espressione di quella parte della città che non è stata in “mezzo” ma contro le politiche che hanno umiliato e svenduto l’interesse pubblico alle bande di faccendieri e di criminali lucrando senza ritegno sul disagio sociale delle fasce popolari più deboli, sulle periferie degradate, sulla mancanza dei servizi.
Noi pensiamo che la salvezza morale e materiale di Roma capitale può avvenire se una rinnovata azione di governo si unisce al rafforzamento del controllo democratico e popolare della cosa pubblica, all’azione civica di massa e al protagonismo delle comunità metropolitane.
Questa è la nostra richiesta. Questa è la nostra speranza. Questa è la nostra certezza.
Aldo Pirone, Marcello Paolozza, Vito De Russis, ADP – Associazione Diritti dei Pedoni di Roma e del Lazio, Mario Vicentini “Amico qua”, Associazione amici del “Parco delle valli”, Vittorio Sartogo, C.A.L.M.A. – Coordinamento associazioni Lazio mobilità alternativa, Bruno Ceccarelli, Antonio Castronovi, Angelo Zola, CdQ Serpentara, Comunità Territoriale VII Municipio, Rete Cinecittà Bene Comune, Isabella Temperelli, Riccardo Tranquilli, Gaia Pallottino
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