PER GRAZIA RICEVUTA
Si è festeggiata in questi giorni la sacra figura della Madonna del Tufo a Rocca di Papa. In questa occasione, ho avuto modo di conoscere l’emozionante storia di un ragazzo che all’epoca era un giovane boscaiolo.
In Italia vi erano i tedeschi: siamo nel periodo della seconda guerra mondiale, quando i militi germanici erano nel nostro territorio e capitava, per rappresaglia, in seguito a un attentato o a un gesto di sabotaggio, venissero rastrellati uomini destinati a essere deportati o fucilati.
Quel giorno Armando Battisti era al lavoro nel bosco: con lui altri uomini e ragazzi dei Castelli Romani. Giunse all’improvviso un camion con a bordo alcuni soldati tedeschi: li bloccarono operando un rastrellamento e li condussero nella parte posteriore del Santuario, dove ora c’è il parcheggio e dove in questi giorni si sono svolti i festeggiamenti. Allora non c’erano barriere o recinti: lo spiazzo era all’aperto, costeggiato da una via in terra battuta.
I militari si apprestarono all’esecuzione, ordinando loro di mettersi in riga per fucilarli: alle loro spalle il versante di Monte Cavo. Il giovane Armando, disperato, si mise a pregare mentre intorno a sé altre persone piangevano, gridavano che erano padri di famiglia, avevano bambini… Armando era l’unico rocchegiano del gruppo.
- Madonna mia del Tufo – implorò – che figura farai, un domani, quando proprio qui, dietro la tua chiesa si leggerà una lapide con scritti i nomi di tutti noi, trucidati dai tedeschi?!
Chiuse gli occhi in preda allo sconforto e in quel momento vide apparire una signora che si dirigeva verso di loro: si trovava in un punto presso una curva poco distante dalla bella rotonda panoramica.
Con lei, tra le braccia, un bambino.
In quell’istante s’udì il rombo di una motocicletta guidata da un militare tedesco, il quale si arrestò di colpo davanti al plotone di esecuzione pronto a sparare. Il militare appena sopraggiunto, alzando il tono di voce, strappò dalle mani del comandante del plotone un foglio, lo gettò a calpestandolo con rabbia. Ordinò venissero rilasciati i prigionieri che increduli si allontanarono di corsa.
Armando non dimenticò mai quei momenti e con grande gratitudine volle donare un cuore d’argento, come ex-voto per grazia ricevuta, alla Madonna del Tufo, alla quale rimase devoto per tutta la vita.
Una volta terminata la guerra, divenuto adulto, venne assunto alla STEFER, si sposò, creando una sua bella famiglia.
È Giulia, una sua nipotina ora adulta a raccontarmi questa storia, guardando con commozione quella parete di lapillo dove stava per concludersi nel sangue, una delle tante tragedie generate dalla follia della guerra.
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