Per conoscere San Nilo e la sua Abbazia
Seguirà, il 25 aprile, l’intervento di Stefano Parenti docente del Pontificio Ateneo S. Anselmo di Roma, che traccerà un quadro del monastero durante il Medioevo, periodo in cui la comunità criptense e i monaci niliani sono andati incontro a travagliate vicende storiche.
Nel quarto appuntamento della serie, sabato 23 maggio, Christian Hannick, docente all’Università di Wuerzburg, illustrerà l’importanza dei manoscritti di Grottaferrata per lo studio della musica liturgica bizantina, mentre il 13 giugno Enrico Morini, docente di storia del cristianesimo all’Università di Bologna, parlerà del monachesimo italo-bizantino e di San Nilo di Rossano in particolare.
Ultimo monastero al mondo di rito cattolico italo-bizantino, l’Abbazia di S. Maria – comunemente nota come Abbazia di Grottaferrata – ha costituito nel tempo il centro attorno al quale si è andato aggregando un nucleo abitativo che ha infine ottenuto, nel 1848, l’autonomia comunale. Modificatosi ancora nel corso del Novecento secondo caratteri propri e le vicende storiche che hanno segnato il territorio, oggi il complesso abbaziale è riconosciuto quale Monumento Nazionale e ospita una ricca Biblioteca Statale, che conserva manoscritti dell’XI secolo, volumi antichi e incunaboli. Nell’Abbazia ha sede anche un Museo archeologico, che custodisce reperti provenienti dall’area tuscolana e affreschi di grande rilievo storico-artistico.
Il ciclo degli incontri pubblici qui segnalati, che ha avuto inizio a febbraio, è stato espressamente pensato per rendere di più facile fruizione da parte del pubblico generico una serie di conoscenze che restano di solito appannaggio soprattutto degli specialisti e di rado vengono discusse pubblicamente.
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