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Ecco a voi un libro necessario che va a colmare un vuoto imperdonabile, una grave lacuna nel sapere e nei saperi “standardizzati”. È un libro che ci parla schiettamente della pena di morte e del ruolo svolto dalla letteratura per far nascere e tirar su, non senza fatiche, una radicata coscienza collettiva “abolizionista” con le sue decisive ricadute sul comportamento degli stati in materia di condanna e pena detentiva. Fatto recente in Europa, (un paio di secoli, ma solo dal secondo dopoguerra siamo il primo continente al mondo senza pena capitale); ancora di là da venire nella più grande democrazia d’Occidente, gli Stati Uniti, come nei paesi arabi e a maggioranza musulmana, in India, in Cina e in Giappone dove la condanna a morte resta una realtà. Prendiamone atto: la letteratura ci ha resi umani, nel senso più integro della parola, e ci ha civilizzati. Rendiamo pure grazie, e il libro lo fa, per citare solo alcuni nomi, a Dostoevskij, Tolstoj, Gide, Wilde, Kafka, Genet, Camus, Sartre e tanti altri fino al contemporaneo Khaled Hosseini, si proprio lui, il gettonato autore del “Cacciatore di aquiloni”.
“Patiboli di carta” è un’antologia di testi letterari senza precedenti, davvero unica nel suo genere ,appena data alle stampe da Edizioni Associate, a cura di Antonio Salvati docente, studioso, membro della comunità di Sant’Egidio. 250 pagine che ci aiutano a pensare. Patiboli di lettere e pagine eretti contro la barbarie. È stata la letteratura, non il pensiero filosofico purtroppo in questo tema molto arretrato e deficitario, a denunciare l’orrore e il paradosso dello stato boia, dell’insensatezza e ferocia della condanna a morte. È stata ed è la letteratura ad affermare la dignità dell’uomo, ogni uomo, e la sacralità della vita. Le corde tese e sensibili degli scrittori, spesso segnati in prima persona da esperienze giudiziarie al limite della sopravvivenza, hanno indicato la via. Uno per tutti: “Uccidere chi ha ucciso è una punizione incomparabilmente più grande del delitto. L’omicidio in base a sentenza è incomparabilmente più grande dell’omicidio del malfattore”. È un passo de ‘L’idiota’ di Dostoevskij ripreso nell’antologia: una riflessione che non ha smesso di essere attuale. I letterati sono la punta avanzata della società da cui dovrebbero andare a lezione filosofi del diritto, uomini di legge, cittadini giustizialisti a ogni costo risentiti fino a invocare la morte di chi sbaglia o è semplicemente diverso. Contro vecchie e nuove follie, questo volume risveglia l’umano, accende o riaccende la scintilla della consapevolezza.
Vivamente consigliato nelle scuole, al posto di sbiadite sillogi letterarie che non catturano il cuore degli studenti. Ma sarebbe un testo da adottare anche nelle sedi istituzionali, nelle aule di tribunali di ogni paese per ricordarci che niente è scontato, figuriamoci conquiste di civiltà parzialmente attuate su scala mondiale. Sarebbe indispensabile, infine, nei luoghi dove la macchina della giustizia stenta ad assumere connotati umani. Perché la letteratura sola può compiere una rivoluzione silenziosa e pacifica.

Il libro: Patiboli di carta
L’autore: Antonio Salvati
Pagine: 250
Costo: 14,00 €
La casa editrice: Edizioni Associate
Sede.Viale Ippocrate 156 Roma
Sito: www.edizioniassociate.it
Telefono 06-44704737
06-44704513
(referente Piera Lombardi)

I DIRITTI D’AUTORE DI QUESTO LIBRO SARANNO DEVOLUTI A SOSTEGNO DELLA CAMPAGNA PER L’ABOLIZIONE DELLA PENA CAPITALE PROMOSSA DALLA COMUNITA’ DI SANT’EGIDIO

“Uccidere un uomo nel parossismo della passione, si può capire.
Farlo uccidere da un altro nella quiete di una seria meditazione e sotto pretesto di ministero onorevole, questo non lo si capisce”.
[L’uomo in rivolta di A. Camus.]